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sabato 12 ottobre 2024

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

Ombre

di Nicola Belcari - lunedì 06 settembre 2021 ore 07:33

I peggiori (si fa per dire). Imperversano in tivvù (e nei giornali) ospiti o opinionisti, quando non sono promossi a ruoli maggiori. La tivvù salottiera o quella detta spazzatura, liquame di chi domina e ha potere, di cui sono la crema o la schiuma.

All’esordio della fulgida carriera pubblica si sono distinti sulle barricate della rivoluzione, poi sono passati armi e bagagli al nemico, e sono andati a infoltire la schiera degli “uomini per tutte le stagioni”.

Cambiare idea è segno d’intelligenza e giusta spregiudicatezza, ma questi hanno tradito, che è cosa diversa. Ravvedersi è un’ammirabile crescita e un’evoluzione naturale, ma costoro non si sono ravveduti, si sono venduti. Ora sono i “garzoni di bottega” con stipendi di lusso, anche se una miseria rispetto ai signori.

Si rabbrividisce al pensiero di quale regime sarebbe stato instaurato se avessero vinto. Propugnavano un nuovo mondo, poi capito l’errore non importava diventare alfieri di quello vecchio che prima hanno combattuto e che pure c’erano ragioni per contrastare.
Sono sempre stati dalla parte sbagliata e dall’alto della loro esperienza fallimentare pretendono d’insegnare, di spiegare il giusto e l’ingiusto e i fenomeni sociali. Si schierarono per gli oppressi e ora s’impegnano nel rincretinimento delle masse. O meglio, ci provano: i telespettatori li prendono sul serio? O li prendono per buffoni? (con o senza la “libertà” del buffone di corte).

Chi sono? Tutti quelli che si sentirebbero, se la leggessero, offesi da questa piccola “invettiva”. Chi dovesse offendersi è perché si riconoscerebbe. Alcuni sono specialisti della provocazione, altri sono al gusto di camomilla o di tisana lassativa. Non ci si riferisce qui alle degenerazioni della politica e dei suoi protagonisti, ma ai tanti da cui ci siamo sentiti “ingannati” (di solito, dopo il conseguimento di una carica) grandi e piccoli inganni, nel tempo, tante volte. Ognuno di noi poi può individuare i suoi “preferiti”.

Così però si finisce ancora una volta per occuparci del niente: è televisione, non vita vera. Il ciottolo trovato sul sentiero di casa è più importante, il sogno più stupido ha più senso e valore.

Questi personaggi non sono nessuno, per noi, non esistono. Si sono intravisti cercando altro, da un canale a un altro; si è creduto siano vita reale per altri?
Sono ombre. “Ombre (non più) rosse”, sbiadite. Ombre su uno schermo, come le “ombre sulla parete della caverna” in cui siamo incatenati.

Nicola Belcari

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