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Le celle a fuoco e le grida dei detenuti: la protesta nel carcere di Guayaquil

Attualità venerdì 03 giugno 2016 ore 20:41

Spaccio nella Pistoia bene

Arrestati otto marocchini che rifornivano di droga più di duecento persone, tra le quali molti "insospettabili" liberi professionisti e imprenditori



PISTOIA — Il bacino di clienti, tra i quali "insospettabili" professionisti, avevano mosso sul mercato oltre mille dosi tra Aprile e Ottobre 2015.

Circa cinquanta carabinieri della compagnia di Pistoia, supportati da unità del nucleo cinofili di Pisa, hanno eseguito a Quarrata, Agliana, Prato e Firenze un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pistoia, Patrizia Martucci, nei confronti di otto cittadini marocchini accusati di detenzione e spaccio di stupefacenti, in particolare di cocaina ed hashish, nel quarratino e nelle zone limitrofe. 

L'attività, coordinata dal sostituto procuratore Claudio Curreli e condotta dai militari della stazione di Quarrata, è nata dall'arresto in flagranza, nell'aprile dello scorso anno, di un autotrasportatore 36enne residente a Quarrata, che da qualche tempo era oggetto delle attenzioni dei carabinieri di Quarrata proprio perché sospettato di spaccio. 

L'uomo, nel corso di un controllo alla circolazione stradale nel cuore della notte, era stato perquisito e trovato in possesso di due dosi di cocaina confezionate in bustine termosaldate nascoste in un pacchetto di caramelle rivestito di cotone imbevuto di alcol e riso per eluderei controlli di eventuali unità cinofile. Nell'abitazione dell'arrestato, in una nicchia ricavata all'interno del quadro elettrico, erano stati trovati un etto di hashish, alcuni grammi di cocaina e tutta l'attrezzatura necessaria per la pesatura e confezionamento delle dosi oltre a ottocento euro, provento dello spaccio.

Questo aspetto, ha consentito, dopo alcuni mesi di intercettazioni telefoniche e servizi sul territorio, di delineare l'organigramma del sodalizio criminale, all'interno del quale, due fratelli, entrambi residenti a Quarrata, fungevano da procacciatori dello stupefacente, a sua volta reperito da altri connazionali del pratese, destinatari della medesima misura cautelare, e gli altri, avevano il compito di spacciarlo o direttamente o attraverso la collaborazione di ulteriori soggetti spesso con la duplice veste di assuntori e/o spacciatori.


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