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Attualità giovedì 26 novembre 2020 ore 09:14

Dieci femminicidi in 14 anni

I numeri della violenza di genere in provincia di Pistoia: 265 le donne che nel 2019 si sono rivolte ai Centri Antiviolenza. 135 i bambini maltrattati



PISTOIA — Negli ultimi 14 anni in Toscana si sono consumati 117 femminicidi, 10 dei quali in  provincia di Pistoia.  Lo rende noto l'Asl centro per mezzo di un comunicato redatto sulla base dei dati emersi dal 12esimo rapporto sulla violenza di genere presentato in questi giorni dalla Regione Toscana. 

Sono 265 le donne che lo scorso anno si sono rivolte ai centri antiviolenza di Pistoia e Montecatini Terme per chiedere aiuto: nel 72% dei casi italiane e in quasi il 60% dei casi di età compresa tra i 30 e i 49 anni.

Un dato in aumento rispetto ai due anni precedenti: nel 2018 le donne che si erano rivolte al Cav erano state 227 e 158 nel 2017. La violenza psicologica si conferma anche nel 2019 la più diffusa, "agita- si legge nel rapporto- in maniera prevalente all’interno delle relazioni intimo/affettive".

Sempre nel 2019 le donne che sono state assistite nei consultori della provincia per casi di abuso e maltrattamenti sono state 10: 5 sono state prese in carico e per abusi sessuali. A livello provinciale i bambini e i ragazzi maltrattati sono stati 135 e 62 per violenza assistita.

Per quanto riguarda le denunce: il 26% delle donne ha sporto denuncia; 1,4% l'ha ritirata e ben il 68,7% non ha sporto denuncia.

Sono invece 126 nella zona pistoiese e 121 nella zona Valdinievole le donne che nel 2019 hanno potuto usufruire delle 12 case rifugio del territorio, le strutture dedicate ad indirizzo segreto nelle quali la donna, sola o con i propri figli, con il sostegno di operatrici formate sulle tematiche della violenza di genere, non solo viene messa in sicurezza, ma inizia un percorso di uscita dalla violenza.

Dai dati complessivi a livello regionale degli accessi alla Rete Codice Rosa emerge che "tra gli adulti, prevalentemente donne, i maltrattamenti coprono la stragrande maggioranza della casistica (93,7%), mentre gli abusi sessuali rappresentano il 4,4% del totale" e "l’84,5% delle violenze subite dai minorenni e registrate in Codice Rosa dai punti di accesso sanitari della Toscana riguarda i maltrattamenti, mentre la quota restante (15,5%) è rappresentata dagli abusi".

Nel corso dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, la rete Codice Rosa ha assunto nuove modalità organizzative al fine di garantire la continuità della rete Regionale Codice Rosa per la presa in carico e l'accoglienza delle vittime in un momento in cui il fenomeno della violenza, anche a causa della convivenza forzata, può registrare un inasprimento. È stata pertanto rafforzata l’attività di coordinamento dell’ambito sanitario e sociale.

"In particolare - sottolinea la dottoressa Valeria Dubini, direttore area assistenza territoriale di continuità e direttore aziendale Consultori e responsabile del Codice Rosa al fine di garantire la continuità della rete Regionale Codice Rosa per la presa in carico e l'accoglienza delle vittime in un momento in cui il fenomeno della violenza, anche a causa della convivenza forzata, può registrare un inasprimento. È stata pertanto rafforzata l’attività di coordinamento dell’ambito sanitario e sociale. - valorizzando la possibilità di accesso nei Consultori che non hanno mai sospeso i loro servizi e che hanno fornito numeri di telefono e indirizzi di posta elettronica per facilitare l'accesso; gli indirizzi si trovano sui siti dell'Azienda e sono comunque facilmente contattabili".

Sono comunque sempre attivi il numero di telefono dedicato, il 1522 (con lo stesso numero si può scaricare anche la APP per dialogare direttamente con le operatrici) che risponde 24 ore su 24, compresi quelli delle Forze dell'Ordine (112 e 113) e anche il 118.

Il numero 114 è invece disponibile per la violenza su bambini e adolescenti ed è contattabile anche via chat, sms e WhatApp (hitp://114.it/).

Per le richieste di aiuto le vittime possono rivolgersi ai consultori, diffusi capillarmente su tutto il territorio dell'Azienda e quindi facilmente raggiungibili. E' prevista la possibilità, in deroga alle prescrizioni previste dalla misure restrittive per contenere la diffusione del Covid-19, di "uscire di casa "per stato di necessità e motivi di salute".

Anche i pronto soccorso continuano ad assolvere alle loro funzioni pur essendo stati riorganizzati in funzione dell'emergenza Covid-19 e garantiscono la presa in carico delle vittime di violenza; al loro interno sono stati organizzati percorsi separati anche per il codice rosa e la persona sarà prima visitata in pre-triage (strutture allestite all'esterno delle medicine d'urgenza) per escludere il sospetto di infezione Covid-19 e poi accompagnata negli spazi riservati per l'attivazione dell'idoneo percorso territoriale e allo stesso modo in caso di infezione la persona seguirà i percossi Covid-19 previsti e riceverà anche l'assistenza sanitaria sempre sulla base delle indicazioni del codice rosa.


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