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Attualità martedì 08 giugno 2021 ore 14:40

Debito fuori bilancio, via libera con un astenuto

comune di pistoia

Lo squilibrio deriva da una sentenza del Tar avversa al Comune, e in consiglio comunale è stato approvato con l'astensione del M5s



PISTOIA — Il consiglio comunale ieri ha approvato il riconoscimento di un debito fuori bilancio. Il provvedimento, illustrato dall'assessore all'urbanistica Leonardo Cialdi, è passato con 23 voti favorevoli (Fratelli d'Italia, Pistoia Concreta, Forza Italia, Lega, Amo Pistoia, Gruppo Misto, Partito Democratico e Pistoia Comune) e 1 astenuto (Movimento 5 stelle).

Ma da dove deriva, quello squilibrio? "È a seguito di una sentenza del Tar che ha visto condannare il Comune di Pistoia in favore dell'erede di un cittadino al pagamento complessivo 21.746 euro - spiega Cialdi - importo così dettagliato: 14.908 per la restituzione di oneri di urbanizzazione al cittadino, 5.836 spese legali, 351 euro a titolo di interessi e 650 euro di contributo unificato della sentenza. Il cittadino ha fatto ricorso al Tar nel 2014 verso il dirigente dell'urbanistica".

L'assessore all'urbanistica ha poi ripercorso quanto accaduto: "Il cittadino aveva comprato da un costruttore una unità immobiliare che era già stata divisa in tre unità immobiliari e la cui destinazione era commerciale. In realtà per il Comune esisteva un'unica unità immobiliare a commerciale. Decidendo di vendere l'immobile, si è accorto della problematica e ha richiesto una sanatoria al Comune che prevedeva il cambio di destinazione da commerciale a uffici e il frazionamento dell'intera unità immobiliare in tre porzioni (il cittadino infatti ne aveva comprate due porzioni)". 

"Per la sanatoria - prosegue Cialdi - il Comune aveva chiesto 44.000 euro: 15.662 a titolo oneri di urbanizzazione e costo di costruzione, altri 15.562 euro a titolo di oblazione e 13.530 euro a titolo di monetizzazione per tre posti auto. Il conteggio effettuato dall'allora dirigente all'urbanistica è stato contestato dalla parte richiedente. Per esigenze di vendita, il cittadino prima ha pagato la sanatoria e poi ha presentato ricorso contro il Comune. Con la sentenza esecutiva del Tar il Comune si è visto condannato a risarcire il cittadino".


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