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Attualità martedì 16 febbraio 2021 ore 17:12
Industria in sofferenza, nautica e chimica reggono

Un quarto trimestre con luci e ombre quello della produzione industriale a Lucca, Pistoia e Prato. Profondo nero per il lapideo e la moda
LUCCA — La produzione industriale a Lucca, Pistoia e Prato rilevata dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord non va male ma nemmeno benissimo, alcuni settori mostrano un sensibile miglioramento rispetto ai nove mesi precedenti ma ci sono situazioni di maggiore criticità.
Una chiusura dell’anno, quindi, in cui il segno meno è largamente prevalente, anche se con accentuazioni diverse in relazione ai vari settori e di conseguenza ai territori in cui questi si concentrano maggiormente.
Con segno più alimentari, chimica e farmacetuica e la nautica. I
risultati finali per il 2020 rispetto al 2019 vanno dal -5,4% della
provincia di Lucca, probabilmente uno dei migliori risultati a
livello nazionale, al -19,8% della provincia di Prato, che viceversa
è, almeno per un territorio ad alta concentrazione di
manifatturiero, verosimilmente fra i più problematici; intermedio il
risultato di Pistoia, che segna un – 11,4% esattamente uguale al
dato nazionale diffuso dall’Istat.
Marco Polli, sezione Alimentari: “Il settore
chiude l'anno con valori positivi tanto nell'ultimo trimestre
rilevato (+ 5,1 a Pistoia, +4,5 a Lucca) quanto come media annuale
(+4,2 a Lucca e + 2 a Pistoia). Un buon risultato, migliore del dato
nazionale (che chiude con un -2,1 annuo). Il dato va tuttavia
interpretato, alla luce dei diversi mercati cui le imprese si
rivolgono; se chi vende alla grande distribuzione ha ben lavorato,
hanno sofferto i colleghi che producono per le mense o per il sistema
degli hotel e ristoranti. Per tutti, comunque, il 2020 ha
rappresentato una sfida organizzativa (per i turni di lavoro,
l'igienizzazione dei locali, a cui eravamo comunque già predisposti
più di altri comparti, le regole non sempre univoche), Sono,
inoltre, aumentati i costi di produzione, di trasporto e di
logistica. Un 2020 decisamente da ricordare, sperando che non si
ripeta!”
Tiziano Pieretti, sezione Carta e cartotecnica:
“Il risultato finale per la carta e cartotecnica di Lucca e Pistoia
segna un arretramento che per un anno difficile come il 2020 può
dirsi nel complesso non preoccupante: -5,1% rispetto a un 2019 che
era stato a sua volta sostanzialmente stabile (+0,8%) in confronto
all’anno precedente. Il dato nazionale segna per il 2020 -7,8%
rispetto al 2019. L’andamento della produzione cartaria è stato
condizionato, inevitabilmente, dalla pandemia e dalle misure adottate
per fronteggiarla: le imprese specializzate nei prodotti per locali e
usi pubblici e comunitari come ristoranti, hotel, mense sono quelle
che hanno sofferto di più. Qualche risultato non del tutto positivo
anche in alcuni segmenti della cartotecnica e del packaging, facendo
seguito però a periodi positivi che dovrebbero averne attutito gli
effetti sulle aziende. Buone le prestazioni del comparto tissue:
carta igienica e per uso sanitario e domestico non hanno conosciuto
battute di arresto significative.”
Deni Severini, sezione
Chimica, plastica e farmaceutica: “Il risultato di Lucca,
Pistoia e Prato per chimica, plastica e farmaceutica è, con una
media annua dei trimestri a +0,2%, all’insegna della stabilità: il
1° trimestre, pre pandemia, segnava anzi un buon +2,6%. I risultati
migliori vengono dagli imballaggi in plastica e bioplastica,
destinati all’alimentare e a usi diversi, in particolare
cartotecnico per i prodotti di consumo domestico. Bene anche una
specializzazione tipica del territorio come i vasi per la vivaistica.
Stabili cosmetica e vernici, segnali di rallentamento invece per la
farmaceutica e risultati negativi per i prodotti a servizio del
sistema moda. Il settore plastica, che nella pandemia ha dimostrato
la sua importanza ai fini igienici, sanitari e alimentari, guarda con
preoccupazione all’introduzione, dal 1° luglio, della plastic tax.
L’assenza dei decreti attuativi non ci consente nemmeno di
organizzarci per rilevarla nelle nostre programmazioni
amministrative: questa tassa è iniqua e ingiustificata, va soppressa
e comunque non può partire quest’anno.”
Alessandro
Cafissi, ANCE Toscana Nord (sezione Edili): “I dati
disponibili, che non includono ancora il dicembre 2020, mostrano come
sia ancora lontana la risalita dal picco massimo in edilizia, che in
undici mesi perde a Prato il 9,3% delle ore lavorate, a Pistoia il
14% e a Lucca il 6,2%. E se da un lato, dopo la pressoché totale
paralisi dei primi mesi di lockdown, non si assiste alla ripresa a
ritmi serrati nell’aggiudicazione di lavori pubblici, (settore che
anche per effetto del DL Semplificazioni ha visto una significativa
contrazione delle gare pubblicate, pari al -11,1%, soprattutto nei
lavori sottosoglia) non si vede ancora l’impulso che ci saremmo
attesi grazie ai vari bonus edilizia. Effetti moltiplicatori
potrebbero avere le risorse derivanti dal Recovery Fund; dobbiamo
però essere consapevoli che andranno messe in campo e sapute gestire
misure di accelerazione e semplificazione a monte delle
aggiudicazioni affinché i bandi si traducano con urgenza in cantieri
aperti.”
Fabrizio Palla, sezione Lapidei e varie: “Il
settore lapideo della provincia di Lucca ha chiuso il 2020 con la
produzione a -14,5% rispetto all’anno precedente, un risultato
severo anche se migliore del -20,1% nazionale. L’andamento nel
corso dell’anno induce a un cauto ottimismo: se rispetto ai
corrispondenti periodi del 2019 i primi due trimestri 2020 segnavano
rispettivamente -11,2% e ben -34,7%, per effetto della chiusura delle
attività, il 3° trimestre si è chiuso a -9% e il 4° a -3%.
Nonostante la pandemia il mondo non si è fermato: rallentato e
frenato però sì, e la percezione è che non appena si ripartirà i
fermenti e le energie compresse che si colgono già oggi si
manifesteranno con intensità. Intanto però la limitazione alla
mobilità delle persone rende difficile la funzione commerciale e i
grandi progetti edilizi segnano il passo. Un certo movimento c’è
sul mercato statunitense, ma con la pandemia ancora in corso gli
investimenti in genere procedono con prudenza.”
Massimo
Bellandi, sezione Metalmeccanica: “Se non è mai semplice
commentare i dati della metalmeccanica di Confindustria Toscana Nord,
così variegata e disomogenea, in questo periodo è particolarmente
arduo. Il risultato congiunturale, per quanto migliore rispetto ad
altri settori colpiti più pesantemente dalla pandemia, registra una
flessione marcata, peggiorata da una contrazione del comparto già in
atto a fine 2019. Sull’intero territorio Lucca-Pistoia-Prato la
meccanica fa registrare -8,1%, con un 3° e un 4° trimestre
leggermente in ripresa ma inferiori ai corrispondenti periodi del
2019 e con incognite così pesanti per l’immediato futuro da non
farci ritenere che il peggio sia passato. Il dato è migliore nel suo
complesso di quello nazionale (-12,5%), frutto di una minor perdita
nel primo semestre, ma risente anche di un minor recupero nel
secondo. Nel dettaglio, a Lucca si nota una parziale ripresa di
macchine ed elettromeccanica, a Pistoia si registra un 4° trimestre
positivo e una perdita annuale contenuta, mentre più critica risulta
la situazione del meccanotessile pratese, legata alla pesante perdita
del tessile.”
Gabriele Chelini, sezione Nautica:
“Considerando che la cantieristica è stata una delle attività del
tutto bloccate durante il primo, durissimo lockdown, una chiusura
dell'anno con una sostanziale stabilità dei livelli produttivi
complessivi rispetto al 2019 è da considerarsi un buon risultato. A
Viareggio già la rilevazione della produzione industriale del 3°
trimestre 2020 indicava una ripresa di produzione industriale (+3,1%)
e nella seconda parte dell'anno è stata positiva la raccolta ordini
soprattutto dall'estero, con prospettive produttive positive per il
2021. La nautica può essere uno dei settori fondamentali per la
ripresa post covid dell'economia toscana e crediamo sia lecito
proporre di considerare la nostra cantieristica come attività
strategica, degna di una politica industriale che siamo disposti a
costruire con l'interlocutore pubblico e il decisore
politico.”
Giulio Lombardo, sezione Servizi e terziario:
“I numeri negativi della produzione industriale di area (-11,1%
annuo e un -8% sull’ultimo trimestre) agiscono pesantemente nel
settore dei servizi alle imprese. Tuttavia, la riorganizzazione
aziendale che le misure anticontagio hanno imposto non solo alle
aziende, ma alle amministrazioni, al sistema sanitario, alla scuola,
al mondo del credito ha aperto orizzonti di lavoro per alcune aziende
del comparto, già volte a favorire la digitalizzazione, che nel 2020
ha avuto la definitiva consacrazione. Inoltre, le aziende del
terziario avanzato lavorano con una fascia di imprese che sono in
media più evolute in termini di produttività, formazione,
investimenti per addetto. Superata la fase di prudenza, crediamo di
poter riprendere a lavorare in serenità. Rimane la grave crisi del
turismo, che sarà superata con il passaggio del momento più cupo
della crisi pandemica.”
Maurizio Sarti, sezione Sistema
moda: “La situazione della moda nelle tre province è
complessa. Alla ridotta socialità si sommano le restrizioni imposte
al commercio, che limitano le occasioni di acquisto di abbigliamento
e calzature, con la compensazione solo parziale delle vendite on
line. Il risultato è che il tessile del distretto pratese ha chiuso
il 2020, rispetto al 2019, a -21,4%, l’abbigliamento della
provincia di Prato a -22,9%, il calzaturiero del distretto di
Pistoia-Lucca a -30,5%. Siamo in linea con i dati nazionali, in
qualche caso andiamo anche meglio, ma non è certo un motivo di
conforto. Le limitazioni allo spostamento delle persone rendono ardue
anche le attività promozionali, fiere e missioni commerciali.
L’intenso lavoro che stiamo facendo su digitalizzazione e
sostenibilità e lo studio di possibilità di riorganizzazione della
filiera mirano a gestire questo momento critico e a prepararsi per la
ripresa. Ma senza socializzazione ogni sforzo delle imprese sarà
vano: il nodo rimane quello.”
Federico Albini, sezione
Trasporti e logistica: “Il sistema trasporti è composito
(spedizioni, logistica, trasporto ferroviario, trasporto bus, servizi
autostradali, venditori di mezzi). In generale l’intero comparto è
condizionato dall’andamento della produzione industriale. Ne
consegue una generale situazione di incertezza con trend negativi,
soprattutto per l’Italia ma non solo; relativamente ai trasporti
merci, da studi nazionali emerge che il 70% circa delle imprese ha
subito una flessione del fatturato nel corso del 2020. La crisi del
settore del turismo, il più colpito dalla pandemia ancora in atto,
ha gravemente inciso sul sistema dei trasporti collettivi e
individuali. Esiste, tuttavia, un sentiment delle aziende improntato
a un cauto ottimismo, per il 2021; sarà l’evolvere della
situazione a concretizzare le aspettative degli imprenditori.”
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