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Attualità domenica 26 novembre 2023 ore 19:20
Più pensionati che lavoratori, sorpasso vicino in Toscana
Il fenomeno è già realtà nel Sud Italia, Umbria, Marche e Liguria e in una provincia toscana. Lo scivolamento preoccupa. Dati Cgia di Mestre
TOSCANA — Più pensionati che lavoratori? In molte regioni italiane il sorpasso è già realtà, e non accade solo al Sud ma anche ad esempio in Umbria, Marche e Liguria. In Toscana il sorpasso si avvicina, e nella provincia di Massa-Carrara si è già consumato: qui a fronte di 81mila pensionati risultano 72mila lavoratori. Il dato arriva dall’ufficio studi della Cgia di Mestre che ha elaborato dati Inps e Istat del 2022 con esiti nazionale, regionali e provinciali.
Ebbene: in Italia lo scorso anno i numeri cristallizzano 22.772.000 pensionati e 23.099.000 lavoratori, con un saldo positivo di +327mila a favore di chi lavora. In buona sostanza siamo a un rapporto 1 a 1. A livello di macroaree nel Sud Italia la situazione è spiccatamente ribaltata: con 7.209.000 pensionati e 6.115.000 lavoratori il saldo è abbondantemente negativo: -1.094.000 unità.
Le regioni con saldo negativo nel rapporto pensionati/lavoratori sono la maggioranza (11) e la Toscana come detto non è fra queste ma con margine risicato. Complessivamente l’ufficio studi della Cgia di Mestre individua sul territorio regionale nel 2022 un numero di 1.481.000 pensionati e 1.618.000 lavoratori, ovvero +137.000 lavoratori, non moltissimi rispetto alla Lombardia in cui i lavoratori sopravanzano più che ovunque in Italia i pensionati: +733.000 unità.
Secondo gli esperti lo scivolamento è in atto, e il sistema di welfare italiano va incontro allo squilibrio e poi all’insostenibilità: “Un risultato preoccupante che dimostra con tutta la sua evidenza gli effetti provocati in questi ultimi decenni da tre fenomeni strettamente correlati fra di loro: la denatalità, l’invecchiamento della popolazione e la presenza dei lavoratori irregolari”, sentenzia lo studio della Cgia.
“La combinazione di questi fattori sta riducendo progressivamente il numero dei contribuenti attivi e, conseguentemente, ingrossando la fila dei percettori di welfare”, si legge ancora nel report.
Provincia per provincia
Lo si è anticipato: in Toscana una provincia, quella di Massa-Carrara, è già in condizione di squilibrio. La situazione provincia per provincia è varia, in una graduatoria nazionale guidata da Milano (+342mila lavoratori rispetto ai pensionati) seguita da Roma (+326mila) e Brescia (+107mila).
In Toscana prima è Firenze (+77mila lavoratori rispetto ai pensionati) che si trova al settimo posto nella classifica italiana. Ma vediamo i dati 2022 di tutte le province toscane, in alcune delle quali il saldo ha il segno più sì, ma proprio per il rotto della cuffia.
- Firenze: +77mila lavoratori (383mila pensionati e 459mila lavoratori)
- Prato: +33mila lavoratori (87mila pensionati e 120mila lavoratori)
- Pisa: +14mila lavoratori (167mila pensionati e 181mila lavoratori)
- Pistoia: +6mila lavoratori (119mila pensionati e 124mila lavoratori)
- Lucca: +5mila lavoratori (160mila pensionati e 165mila lavoratori)
- Siena: +4.000 lavoratori (110mila pensionati e 114mila lavoratori)
- Grosseto: +4.000 lavoratori (94mila pensionati e 98mila lavoratori)
- Arezzo: +3.000 lavoratori (146mila pensionati e 149mila lavoratori)
- Livorno: +1.000 lavoratori (134mila pensionati e 135mila lavoratori)
- Massa-Carrara: -9mila lavoratori (81mila pensionati e 72mila lavoratori)
La prospettiva non è incoraggiante: “Nei prossimi 5 anni quasi il 12% degli italiani lascerà definitivamente il posto di lavoro per aver raggiunto il limite di età. Con sempre meno giovani destinati a entrare nel mercato del lavoro, ‘sostituire’ una buona parte di chi scivolerà verso la quiescenza – scrive l’ufficio studi della Cgia mestrina - diventerà un grosso problema per tanti imprenditori. Ricordiamo che negli ultimi 5 anni la popolazione italiana in età lavorativa (15-64 anni) è scesa di oltre 755mila unità e solo nel 2022 la contrazione è stata pari a 133mila”.
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