Attualità giovedì 01 aprile 2021 ore 12:45
Sui rifiuti il commercio in crisi rivendica sconti
Tra imprese chiuse causa Covid, crollo del lavoro e calo di produzione della spazzatura, i negozianti lamentano la carenza di riduzioni sulla Tari
PISTOIA / PRATO — Sulla tassa per i rifiuti il mondo del commercio in crisi a causa della pandemia da Covid-19 il commercio rivendica sconti al grido di "ingiustizia Tari". Da Confcommercio Pistoia e Prato arriva la disamina della situazione: "Imprese chiuse, crollo del lavoro, calo nella produzione dei rifiuti ma nessuna riduzione sull’imposta nel 2020. Nonostante il contesto emergenziale che ha coinvolto tutto il paese, infatti, la Tari continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato per imprese e cittadini".
Nell’ambito della ricerca confederale dell'Osservatorio tasse locali che analizza i capoluoghi di provincia, la confederazione pistoiese ha puntato i riflettori sulla realtà del comune di Pistoia: "Qui nel 2020 il costo complessivo della Tari è stato di circa 15,5milioni di euro, in linea con il 2019 quando, invece, il costo della parte variabile della tariffa era cresciuto fino al 30% per alcune categorie sull’anno precedente. L'importo è da suddividere fra 193.325 abitanti e 8.441 aziende attive nel comune di Pistoia al 31 dicembre. Una suddivisione, però, non paritaria: a pagare il prezzo più alto sono le imprese", afferma Confcommercio.
Le aziende più colpite risultano, nell'analisi della categoria, ristoranti, bar, pizzerie ma anche ortofrutta, pescherie, fiori e piante, edicole, tabaccherie (dai 26 ai 40 euro al metroquadro). E se da una parte le agevolazioni introdotte riescono ad alleggerire la tariffa, dall’altro oggi non sono più sufficienti.
Secondo il principio del "chi inquina, paga" introdotto dall'Arera (l’autorità che ha assunto funzioni di regolazione e controllo in materia di rifiuti urbani) che ha determinato la riduzione della parte variabile della tassa, il Comune di Pistoia ha adottato la direttiva determinando, spiega Confcommercio, una riduzione del 25% della parte variabile della tariffa. Sì, ma il resto dei Comuni? Secondo l'indagine dell'Osservatorio dei commercianti il 60% pare abbia mantenuto le tariffe invariate, mentre il 17% le ha diminuite e il 23% addirittura aumentate.
In conclusione: “La situazione è insostenibile, impossibile continuare in questa direzione nel 2021", afferma Stefano Morandi, presidente Confcommercio Pistoia e Prato.
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