Crisi isteriche e menti raffinatissime
di Salvatore Calleri - martedì 18 giugno 2019 ore 09:21
Il nostro Paese, l'Italia, sta vivendo una crisi di uno dei tre poteri alla base della democrazia, la magistratura, senza precedenti.
Siamo in una situazione paragonabile per gravità alla crisi pre 1992 con numerose inchieste vere e, probabilmente pure in parte farlocche, che colpiscono dei magistrati.
La cultura del sospetto condita dai trojan spaparazzati da socialmedia et affini, non sempre liberi come si crede, impera.
L'epicentro di una crisi ampia è concentrato sul Consiglio Superiore della Magistratura.
Crisi isterica che nasce in primis dalla nomina del procuratore di Roma... Anticipata da altri casi come quello all'interno della Procura di Siracusa, di Trani a cui si aggiungono le polemiche sull'Eni, senza dimenticare i filoni sui depistaggi inerenti il Borsellino quater, il favoreggiamento a Messina Denaro il tutto miscelato con i tentativi ancora in corso di delegittimazione di alcuni magistrati validissimi coinvolti loro malgrado in tale kaos.
Kaos che a mio modesto parere puzza pure di menti raffinatissime.
A Roma comunque si stanno scontrando 2 gruppi di magistrati e la cosa non è per nulla carina in quanto mostra i limiti delle correnti ed all'opinione pubblica fa una pessima impressione.
Non solo all'opinione pubblica... Anche al sottoscritto che pure essendo cresciuto a pane e magistratura si trova in una fase di sconcerto totale condito da nausea, anche se... Tale situazione è sempre esistita in qualunque istituzione pubblica o privata quando si tratta di nomine importanti e che pertanto non bisogna far come delle verginelle/i che rimangon oggi stupiti. Il rapporto tra settori della politica e singoli magistrati esiste da anni e conosco dei casi che non vengon denunciati socialmente e che pur magari non costituendo reato, sono sgradevoli e dovrebbero far scattare delle incompatibilità.
Se vi fossero stati anche in quei casi dei trojan di sicuro sarebbero uscite situazioni paragonabili se non peggiori a quelle odierne.
Cosa fare quindi?
• Rimanere vigili su quanto accade.
• Considerare l'indipendenza della magistratura un valore sacro ed intoccabile.
• Diminuire il peso delle correnti in magistratura.
• Non farsi trascinare dall'isteria social media che sta colpendo pure chi combatte la mafia e non c'entra nulla con l'eventuale corruzione.
• Stare attenti ai depistaggi e alle menti raffinatissime.
In conclusione bisogna agire con la necessaria forza condita con la prudenza senza farsi abbagliare dalle reazioni scomposte.
La verità è ancora lontana, ma d'altronde siamo un Paese dalle mezze verità, come giustamente dicono in una loro canzone Gianna Nannini e Fabri Fibra.
Salvatore Calleri