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Attualità martedì 12 marzo 2019 ore 10:44

Da Pistoia a Palazzo Strozzi, l'arte in trasferta

Tre opere d'arte in prestito alla mostra che celebra Andrea del Verrocchio. I tre capolavori sono stati trasportati a Firenze nei giorni scorsi.



PISTOIA — Si tratta del busto del Salvatore di Agnolo di Polo, conservato nel Museo Civico d'arte antica, dell'affresco che raffigura San Girolamo di Andrea del Verrocchio, custodito nel complesso di San Domenico, e della Madonna di Piazza, un dipinto a tempera su tavola di Andrea del Verrocchio e Lorenzo di Credi, conservato nella Cattedrale di San Zeno.

Le tre opere sono in prestito alla mostra “Verrocchio, il maestro di Leonardo”, dal 9 marzo al 14 luglio a Palazzo Strozzi, con una sezione speciale al Museo Nazionale del Bargello.
Le tre opere d'arte sono state portate a Firenze nei giorni scorsi con l'ausilio di automezzi climatizzati, dotati di allarme e sospensioni idrauliche, per garantire la tutela delle opere durante tutte le fasi di movimentazione. 

"Il prestito a Palazzo Strozzi rappresenta un grande riconoscimento e una eccellente valorizzazione di alcune delle opere d'arte che Pistoia custodisce, con cura, da secoli – evidenzia il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi –. La mostra “Verrocchio, il maestro di Leonardo” di Palazzo Strozzi è uno degli eventi di punta delle celebrazioni leonardiane del 2019, una retrospettiva straordinaria, con prestiti concessi da una trentina di prestigiose istituzioni straniere e altrettante italiane, oltre che da collezioni private. Siamo orgogliosi di essere tra queste e che tre capolavori presenti nella nostra città siano stati scelti da esperti di fama internazionale per arricchire la mostra di Firenze. La nostra città è ricca di opere d'arte legate al Verrocchio, che invito a venire ad ammirare a Pistoia una volta che saranno rientrate anche le tre attualmente in prestito". 

Nei mesi scorsi, in vista dei prestiti, il busto del Salvatore e l'affresco di San Girolamo sono stati sottoposti a interventi di manutenzione e restauro realizzati, a spese degli organizzatori della mostra, rispettivamente da Filippo Tattini, con la collaborazione di Lucia Maria Bresci, e da Laura Lucioli, sotto l'alta sorveglianza di Maria Cristina Masdea della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato.

Il busto del Salvatore di Agnolo di Polo (che si formò nella bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio) è una scultura in terracotta dipinta di 74 cm di altezza, raffigurante Cristo in atto di benedire. Fu commissionata allo scultore fiorentino nel 1498 dalla Pia Casa della Sapienza di Pistoia per essere collocata nella sala dell'Udienza del Collegio Forteguerri, l'attuale biblioteca Forteguerriana, da dove è pervenuta nelle civiche raccolte d'arte.

Il restauro è consistito principalmente nella rimozione dello strato di deposito dalla superficie e di vecchie stuccature riconducibili a precedenti restauri, e nel consolidamento per mettere in sicurezza le parti pericolanti. Si è reso necessario anche un trattamento antitarlo sulla mano destra, che risulta essere stata ricostruita in legno in epoca imprecisata.

La raffigurazione di San Girolamo e una santa martire, alta circa 4 metri, è un affresco di Andrea del Verrocchio staccato dall'originale collocazione e montato su supporto rigido, oggi posizionato nella sagrestia del complesso di San Domenico.

L'intervento eseguito sull'opera è consistito soprattutto in un riordino poiché il capolavoro non evidenziava grandi problemi conservativi. Iniziato i primi di gennaio e durato due mesi, il restauro ha riportato alla luce un'incisione sul muro, effettuata straordinariamente senza cartone o spolvero, particolarmente preziosa e importante per restituire maggiore matericità e tridimensionalità al volto del santo. Il recupero ha anche evidenziato una spina che trafigge una zampa del leone e un rivoletto di sangue che scende fino a terra.

La Madonna di Piazza è un dipinto a tempera su tavola di Andrea del Verrocchio e Lorenzo di Credi, conservato nella Cattedrale di San Zeno. La tavola fu commissionata al Verrocchio negli anni settanta del Quattrocento, ma rimase a lungo incompiuta nella bottega fiorentina del maestro. Il lavoro fu poi completato da Lorenzo di Credi.

Il dipinto è collocato nell’attuale cappella del Santissimo Sacramento che ha inglobato, all’inizio del XVII secolo, l’antica chiesina della Madonna di Piazza, edificio un tempo con accesso autonomo dal corpo della cattedrale. L’ambiente è coperto da una cupoletta che nei prossimi mesi sarà oggetto di un restauro e di una ripulitura finanziati dagli organizzatori della mostra fiorentina.

Il dipinto della Madonna di Piazza non ha invece richiesto alcun intervento di restauro, ma è stato sottoposto a indagini di studio non invasive.

La presenza del Verrocchio e dei suoi principali allievi è documentata, a Pistoia, anche da altri capolavori come, ad esempio, il monumento funebre in marmo avviato nel 1474 dal Verrocchio in onore del cardinale Niccolò Forteguerri nella Cattedrale di San Zeno (da cui proviene anche la figura intera del cardinale, eseguita successivamente dal Lorenzetto, che si conserva tra le sculture del Museo Civico collocate nell'atrio del Palazzo Comunale), e la pala d’altare con una Sacra Conversazione del pittore Lorenzo di Credi, custodita nel Museo Civico d’arte antica del Palazzo comunale e proveniente dallo Spedale del Ceppo.


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