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mercoledì 16 luglio 2025

PAGINE ALLEGRE — il Blog di Gianni Micheli

Gianni Micheli

Diplomato in clarinetto e laureato in Lettere, da sempre insegue molteplici passioni, dalla scena alla scuola, dalla scrivania alla carta stampata, coniugando il piacere della scrittura con le emozioni del confronto con il pubblico, nei panni di attore, musicista, ricercatore, drammaturgo e regista. Dal 2009 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Toscana riversando nella scrittura del quotidiano le trame di un desiderio di comunicazione in cerca dell’umanità dell’oggi, ispirata dalle doti dell’intelligenza, della sensibilità e della ricerca della felicità immateriale.

​L’inaspettato

di Gianni Micheli - mercoledì 16 luglio 2025 ore 08:00

Esistono ancora luoghi inaspettati, posti che invitano a festa le emozioni e che il cuore vorrebbe chiamare casa anche se non lo sono e per la maggioranza di noi non lo saranno mai.

Per trovarli occorre mettersi in viaggio. Partire. Lasciare il quotidiano. C’è da mettersi in cammino, insomma.

Sarebbe facile se fossero dietro l’angolo ma spesso sono più lontano. Più lontano del parcheggio dell’auto che hai fatto fatica a trovare. Più lontano di quella nuova rotonda che ha abbuiato un semaforo che non sopportavi più. Più lontano di quel rettilineo che ti porta in campagna. Più lontano del primo ristorante dove qualcuno si ferma per non pensarci più. Più lontano ancora.

Devi cercare dove non c’è campo, per trovarli. Dove le curve accarezzano la terra che non ama le rette parallele. Dove la strada si fa incerta e la natura ti ricorda di farne parte.

Forse non ci sarà nemmeno un parcheggio per l’auto, quando arriverai, ma un campo, un campo abbandonato, quello sì, da qualche parte, prima o dopo, e se non piove, quando l’autorità del vissuto ti richiamerà ai tuoi doveri, riuscirai a ripartire.

E alla prima, quando sarai arrivato, nemmeno te ne accorgerai. Penserai alla polvere che ti si poserà addosso. E che si poserà addosso alla tua auto senza che questa possa difendersi. Penserai alla fatica di una valigia da portare a mano perché la terra, con quei sassi sconnessi, non permette alle sue belle ruote di girare.

Ma arriverai.

E ancora ti stupirai del silenzio e del rumore, allo stesso tempo. Di quanto ballano le foglie quando sono sole. Di quanto fremono gli insetti quando li lasci stare.

E resterai stupito dalla stanza che apriranno per te. Dal ragno che subito scorgerai, nell’angolo. Da quel po’ di polvere che, quando la terra respira, non va mai via. Dal bagno che non sarà in camera. Dal bidè che non avrà acqua.

Qui ti assalirà un dubbio. Un dubbio della mente perché il cuore sa già da che parte stare.

Sorriderai ma sarai scettico. Dirai “che bello! Rustico!” ma penserai “meno male che è solo per una notte”.

Finché arriverà l’ora di cena ed entrerai in casa del “prodotto tipico”, del “chilometro zero”, del “fatto da noi”.

Ma quanto può essere saggia, la pancia, quando si mette a ragionare? Perché tu lo sai che quel pomodoro del supermercato che mangi a casa non sa di niente ma non te lo dici, perché ti fa male. Tu lo sai che quella ricotta che per aprirla devi liberarti di due incarti di plastica non si farà ricordare ma non te lo dici, perché non puoi fare altro. Anzi potresti ma quanta fatica!

Il tripudio, qui dove sei arrivato, è autentico. La bocca mastica senza sorridere perché è felice. E di ogni cosa chiedi. Ed ogni cosa assaggi.

Ti sazi mentre scende il buio. Farai due passi? Ma sì, dai, esci dal cono di quella lampadina. Immergiti nel confine dell’ignoto.

Perché è nel buio, in quel buio, che ti sorprenderà l’inaspettato, la festa delle emozioni, il cuore che grida “casa”. In quel buio dove il tuo telefono non ti sarà d’aiuto. Dove non ci sarà luce per trattenere ricordi.

Senza saperlo sei entrato nel regno di un oceano di lucciole e tante così non ne hai mai viste. Non le hai mai nemmeno immaginate. Pensavi che Woody Allen, in “Io e Annie”, se le fosse inventate, tanto son belle. Figurati! Erano autentiche e non lo sapevi. Ce le avevi così vicine ed hai dovuto aspettare tutto questo tempo per rendertene conto. Per far scoppiare il cuore di bellezza. Ora che il mondo, per come l’hai conosciuto, sta per finire. Ora che il mondo, per come l’hai studiato, è già finito.

Be’, ora lo sai: posti così esistono e c’è chi ci mette l’anima per tenerli in piedi. Per salvarli e per salvarci tutti. Tornaci. Anche se sono lontano. Anche se c’è da mettersi in cammino.

Gianni Micheli

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