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Attualità lunedì 13 aprile 2015 ore 11:00

Uragano, 140 milioni di euro di danni ai vivaisti

Ma non bastano per accedere ai contributi della calamità naturale. Coldiretti: "Il metodo di conteggio non va bene, i danni reali sono molto maggiori"



PISTOIA — Il dato è stato diffuso da Coldiretti Pistoia che ha raccolto le denunce di 450 aziende per 91 milioni di euro di danni, circa il 65 per cento del totale.

La Provincia di Pistoia ha già reso noto che i 140 milioni di euro di danni segnalati dalle imprese a seguito del maltempo del 5 marzo scorso non sono sufficienti per raggiungere la soglia che consente di proclamare lo stato di calamità naturale ( per legge il riconoscimento di calamità in agricoltura scatta con il 30% del prodotto agricolo andato perduto; quindi, nel caso in questione, i danni avrrebbero dovuto superare i 200 milioni di euro).

"C’è da registrare però  - ha spiegato Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia - che non tutti i vivaisti si sono recati presso le associazioni di categoria per denunciare i danni subiti, ipotizzando la mancanza di soldi per i rimborsi”.

Secondo Coldiretti "sommare i danni considerando solo le piante distrutte, e rapportarli al fatturato medio annuale per verificare se incide più del 30% non è il miglior metodo per calcolare le conseguenze dell'uragano sulle imprese.

"Oltre al danno causato dalla perdita immediata delle piante distrutte - ha sottolineato Tropiano - ci sono costi effettivi per un ulteriore 10-20%, difficilmente quantificabili oggi - Cipressi, magnolie e tante latifoglie presenti in quantità nei vivai pistoiesi ci metteranno degli anni perché tornino in 'salute' e quindi siano vendibili. E alla mancata vendita si aggiungono costi diretti e indiretti a carico dei vivai. Rimane immobilizzato capitale in campo, con alti costi per le potature e le rinvasature delle piante nonché per tutta la manodopera aggiuntiva e tutti i mezzi tecnici come terricci, vasi, fertilizzanti, acqua". 

“Occorre tenere conto, ancor più relativamente alla calamità del 5 marzo scorso, che non basta la mera stima del danno immediato - ha concluso Tropiano - Vanno valutati i danni parziali ad alberi e piccole colture quantificabili solo nel tempo: migliaia di piante, pronte ad essere caricate sui camion, per quest'anno rimarranno nei vivai per guarire le ferite del vento”.


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