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Attualità mercoledì 28 aprile 2021 ore 13:51

"Verso il 1 Maggio meno chiusure e più vaccini"

negozi

Il commercio torna a rivendicare la possibilità di lavorare e uno scatto avanti nella campagna vaccinale per non restare schiacciato dalla crisi Covid



PISTOIA / PRATO — “Chiudere tutte le attività commerciali il 1° Maggio? Un accanimento inutile contro imprenditori che da mesi non lavorano. Piuttosto che continuare a infierire contro settore ridotto allo stremo, la Regione dovrebbe concentrarsi sulle inefficienze nella gestione del piano vaccinale": è all'insegna del 'meno chiusure e più vaccini' il tono con cui Confcommercio di Pistoia e Prato esprime la propria contrarietà rispetto all’ipotesi di chiudere i negozi per la Festa dei Lavoratori, così com’è stato fatto per Pasqua e Pasquetta, espressa dalla Regione Toscana.

"La misura - affermano i commercianti delle due province in una nota - tornerebbe a penalizzare i lavoratori del terziario appena riaperti e che distoglierebbe dalla vera criticità di questo momento: i vaccini". Confcommercio interprovinciale non disconosce le difficoltà generate da consegne ritardate dei sieri e loro carenza, ma teme che il settore resti schiacciato sotto il peso della crisi Covid: "Proprio per questo - asserisce però l'associazione - è doveroso riuscire a distribuire in modo tempestivo e ragionato tutte le dosi di cui disponiamo e farsi trovare pronti a nuove forniture".

I commercianti espongono dati: "Purtroppo i numeri parlano chiaro e ci dicono che in Toscana non è così. Il 10% delle dosi ad oggi ricevute, non sono ancora state somministrate. Si parla di oltre 300mila persone che potrebbero essere già state messe al sicuro limitando così la diffusione del virus che in Toscana continua a fare vittime. Lo abbiamo visto, non sono le chiusure delle attività a poterlo fermare. Il vaccino, invece, può farlo se somministrato in modo tempestivo ai soggetti realmente più bisognosi. Eppure stiamo ancora lottando con la piattaforma per le prenotazioni e comunicazioni non chiare".

Nel frattempo, dopo settimane di chiusura, le imprese del terziario tornano ad aprire: "E cosa vuole fare la Regione? Chiudere i negozi della giornata del Primo Maggio. Come se non fosse evidente che in questo contesto il regalo più grande che può essere fatto a un imprenditore, è quello di permettergli di lavorare. Per questo non possiamo accettare una simile ipotesi di chiusura". 

Poi c'è il metodo: "Ci chiediamo, se davvero il Governo regionale intraprendesse questa strada, quando ha intenzione di comunicarlo ad aziende e lavoratori. Non si è ancora capito che le chiusure last-minute non fanno che creare maggiori assembramenti nei giorni precedenti? Siamo stanchi di essere sempre utilizzati come capri espiatori della mala gestione che, fin dall’inizio, l’emergenza epidemiologica ha avuto da parte delle Istituzioni. Il diritto al lavoro non è un interruttore da spegnere ed accendere per mettere al buio le proprie inefficienze".


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