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martedì 19 marzo 2024

BAGGIO, OH YES! — il Blog di René Pierotti

 René Pierotti

Sono nato a Pontedera nel 1982, appassionato di calcio da sempre, o meglio da quando giocavo a pallone con mio zio nel corridoio di casa. Mio padre mi ha regalato una moto quando avevo quattro anni, sono sceso poco dopo perché non ero veloce. Mi piace vederle correre più che starci sopra. Mio nonno si faceva arrivare il giornale a casa tutti i giorni e io, per fortuna, lo leggevo. Il blog si chiama così in onore al gol di Baggio contro la Cecoslovacchia a Italia '90 e al telecronista inglese che lo commentò. Lavoro a Toscana Media Qui News dal 2014.

In certe città si vince la Champions, in altre no

di René Pierotti - martedì 03 aprile 2018 ore 11:38

Silvio Berlusconi negli anni '80 su uno dei suoi jet privati. E' stato proprietario del Milan per 31 anni. Ha vinto 5 Champions League

Mancano poche ore ai quarti di finale della Champions League 2017/18. Sono rimaste le squadre delle città di Madrid, Barcellona, Siviglia, Torino, Roma, Manchester, Liverpool e Monaco di Baviera.

Tra le nuove grandi squadre il Psg è uscito col Real mentre il Man City di Guardiola è ancora in corsa e dovrà vedersela in una sfida tutta inglese col Liverpool. Tra le qualificate Roma e Siviglia non hanno mai vinto, anche se i giallorossi sono arrivati in finale nel 1984, sconfitti proprio dal Liverpool.

Real, Barca, Bayern, Juve e appunto Liverpool sono veterane di questa coppa e in 5 hanno vinto 29 edizioni su 62 totali. Quasi il 50% del totale.

Conta tantissimo la tradizione nella Champions League, quasi come se fosse una sorta di dna che si tramanda ai giocatori attraverso la maglia che indossano.Questo che segue è l'articolo/tesina che ho presentato all'esame orale per diventare giornalista professionista. Risale a giugno 2017.

Parla di Champions League e trae spunto da un articolo di un libro. In sostanza ci sono particolari tipi di città che hanno avuto le squadre vincitrici e altre città, molto molto famose, che invece sono ancora a secco di vittorie.

Roma, Parigi, Berlino, Istanbul, Mosca, Atene, San Pietroburgo. Le squadre di queste sette grandi aree metropolitane non hanno mai vinto una Coppa dei Campioni. Londra ci è riuscita solo nel 2012.

In un capitolo del libro Calcionomica scritto dai giornalisti Simon Kuper e Stefan Szymanski (pubblicato da Isbn Edizioni nel 2009) i due analizzano la competizione dal punto di vista delle città che hanno ospitato le squadre vincitrici.

Ciò che salta all'occhio è che le squadre delle metropoli indicate all'inizio dell'articolo non hanno mai primeggiato nella massima competizione Uefa per club.

Al contrario la Coppa dei Campioni è stata vinta in gran parte da squadre di calcio che provenivano da città capitali di stati sotto dittatura (Madrid, Lisbona, Bucarest e Belgrado) oppure da città industriali e portuali di grandi, medie e piccole dimensioni (Milano, Manchester, Liverpool, Torino, Barcellona, Marsiglia, Rotterdam).

Secondo Calcionomica la presenza di un regime dittatoriale che convogliava tutti gli investimenti e le eccellenze nella capitale aveva benefici anche sulle squadre di calcio, seppur indiretti (non è che Franco o Salazar comprassero gli arbitri).

Franco pensava che le vittorie del Real aiutassero il suo regime. Il ministro degli esteri Fernando Maria Castiella definì il Real: “La miglior ambasciata che abbiamo”.

La Coppa dei Campioni è la maggior competizione riservata a squadre di calcio di club europee e nacque nel 1956, organizzata dall'Uefa su commissione della Fifa. L'idea di una competizione di questo tipo si deve ai giornali. La proposta di un campionato europeo o mondiale di squadre di club venne lanciata sull'Équipe nel '54, in risposta al Daily Mail che diceva che il Wolverhampton era la squadra più forte del mondo.

Fifa e Uefa, dapprima scettiche sulla riuscita di un torneo europeo, si mossero dopo che il giornale francese organizzò un raduno coi dirigenti di diversi squadre europee, nell'aprile del 1955.

Il timore dell'Uefa era che un campionato europeo potesse oscurare i campionati nazionali.

La prima Coppa dei Campioni si giocò nel 1956. Per le prime cinque edizioni fu sempre il Real Madrid a vincere.

Dopo toccò per due volta al Benfica di Lisbona. Nelle tre edizioni successive vinse Milano (una il Milan due l'Inter), Real e Benfica arrivarono in finale poi la squadra di Madrid trionfò di nuovo nel 1966.

La prima finale senza Real o Benfica e quella tra i portuali del Celtic e gli industriali dell'Inter, nel 1967.

Dal 1963 fu la volta delle città industriali e portuali. Milano appunto, Glasgow, Manchester, Monaco, Liverpool, Barcellona, Torino le principali, ma anche Nottingham, Amburgo, Marsiglia e Rotterdam.

Perché le città industriali hanno fatto il pieno di vittorie? Secondo gli autori di Calcionomica è una questione emotiva: le grandi città industriali divennero tali nel giro di brevissimo tempo grazie agli immigrati. Torino si popolò in tutta fretta tra gli anni cinquanta e sessanta e i nuovi arrivati si unirono sotto la bandiera della Juve. Lo stesso accade nelle altre città industriali europee.

Nelle città culturali invece, dove l'industria non rappresentava la prima fonte di impiego, le radici erano più salde e gli immigrati non così numerosi.

A Roma, Parigi, Londra (capitali di stati democratici) oltre al calcio ci sono il Colosseo, il Louvre o Westminster. Non c'era bisogno di una squadra di calcio per avere un simbolo in cui rispecchiarsi.

Questo apporto emotivo così esteso permise al Manchester United, al Milan e all'Inter di avere maggiore risalto: i presidenti di queste squadre erano spesso le persone più importanti della città e il prestigio dipendeva più che dalla storia e dalla cultura, dai risultati sportivi.

Inoltre con i vincoli di mercato che esistevano in passato anche squadre di centri più piccoli potevano permettersi di avere, ma forse è meglio dire ingabbiare, grandi giocatori. Questa situazione favorì la vittoria di piccoli club come il Nottingham Forest, l'Aston Villa o l'Amburgo.

Negli ultimi venticinque anni il cambio di formula, da Coppa dei Campioni a Champions League, l'arrivo dei ricchi contratti televisivi ha consolidato l'identikit delle squadre che possono vincere il principale trofeo Uefa.

A parte le vittorie di Olympique Marsiglia (1993), Ajax (1995) e Borussia Dortmund (1997) le ultime città a vincere dal 1992 ad oggi sono state: Torino, Madrid, Monaco di Baviera, Milano, Oporto, Liverpool, Barcellona, Manchester. Le solite note.

E' possibile che nuovi vincitori si affaccino in futuro, come ha fatto il Chelsea nel 2012 dopo che la società è stara rilevata, nel 2003, dal miliardario russo Roman Abramovich.

Essendo preponderante il mercato televisivo come introito delle società i vincitori delle varie edizioni della coppa sono state quelle squadre che sono riuscite a investire meglio la cospicua fetta di ricavi dovuti ai diritti tv. Ma le squadre che hanno ricavi più grandi sono quelle che avevano già un ampio bacino d'utenza, ovvero tanti tifosi.

La teoria degli autori di Calcionomica è che molto probabilmente le squadre di Parigi, Istanbul e Mosca molto presto inizieranno a vincere perché grandi investitori compreranno le squadre di queste città, come accaduto a Parigi.

Tuttavia anche le città con grande tradizione calcistica e con un bacino di abitanti inferiore a 10 milioni potranno continuare a primeggiare. Manchester United, Barcellona, Bayern Monaco, Real Madrid o Milan hanno costruito in sessanta anni di Coppe dei Campioni un marchio molto forte e contano milioni di appassionati in tutto il mondo.

René Pierotti

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