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Camusso-Boccia: lo scontro è sul referendum

Unico tema di scontro tra la segretaria della Cgil e il presidente di Confindustria sul palco della Rocca è stato il referendum costituzionale

Il leader di Confindustria Vincenzo Boccia

La ventesima edizione di "Cgil Incontri" si è conclusa con il dibattito tra Susanna Camusso, segretaria nazionale Cgil, e Vincenzo Boccia, presidente Confindustria.

Sul palco allestito sotto la Rocca di Serravalle i due leader hanno espresso posizioni diametralmente opposte sul referendum costituzionale di Ottobre, sul quale il premier Renzi ha difatti apposto la fiducia al Governo e che, dopo il referendum nel Regno Unito sulla "Brexit", assume un valore politico ancora maggiore.

"La posizione di Confindustria sul referendum costituzionale a favore del sì è stata presa con voto all'unanimità nel Consiglio generale - afferma senza mezzi termini Boccia - Il punto è che noi siamo per una politica economica che renda competitive le imprese. Abbiamo bisogno di una situazione di stabilità e governabilità".

Il presidente di Confindustria ha quindi provato a ipotizzare che cosa accadrebbe se cadesse il governo, insieme all'effetto congiunto della Brexit: "Per questo è necessario - ha aggiunto il leader degli industriali - Accelerare nelle riforme economiche. Questo è il messaggio che vogliamo dare. Se poi volete dire che siamo appiattiti su Renzi fate pure. Ma nel nostro consiglio non ci sono solo imprenditori di sinistra".

La leader della Cgil si è fatta sentire quando Confindustria ha reso note alcune stime sull'effetto negativo che avrebbe, per l'associazione industriale, una caduta del governo in questo contesto politico-economico: "Confindustria pronostica un meno 4 per cento del prodotto interno lordo - spiega Susanna Camusso - Ma per me queste stime sono brutte e sbagliate. Questo è il peggior vecchiume. E il Paese, credo, non ne ha assolutamente bisogno".

Una "sfuriata" che ha fatto tornare sui propri passi anche Vincenzo Boccia che ha ammesso come queste stime prodotte dal centro studi dell'associazione "era meglio tenerle nel cassetto".

"Assistiamo a un dibattito che credo dovrebbe ripartire da quello che prevede l'articolo 138 della Costituzione - conclude Camuso - Quindi dal rispetto di quella norma che, in assenza di una proposta approvata dalla maggioranza del Parlamento, i cittadini hanno diritto di decidere".