Attualità

Uragano Covid-19 sul vivaismo toscano

L'associazione dei vivaisti italiani lancia l'allarme sul blocco delle vendite sia in Italia che all'estero a causa dell'emergenza sanitaria

C'è anche il comparto vivaistico tra le vittime dell'emergenza sanitaria da Covid-19 a causa di un blocco di ordini e vendite che si protrae ormai dall'inizio dell'epidemia e non solo da quando il Governo, pochi giorni fa, ha disposto la "chiusura" dell'Italia. A lanciare l'allarme per un settore di vitale importanza per l'economia toscana è il presidente dell'Associazione vivaisti italiani Luca Magazzini. "Se muore una pianta di 5 anni sfumano 5 anni di lavoro e investimenti, e per riaverne un’altra analoga e poterla vendere ce ne vorranno altri 5", ha detto Magazzini. 

Le imprese del settore, ha spiegato Magazzini, si rendono "disponibili a ulteriori rafforzamenti temporanei dei protocolli igienici (già severissimi per via della lotta contro le fitopatie provenienti dall’estero in cui siamo impegnati da vari anni) sia nei vivai che nel trasporto delle piante, che non hanno peraltro niente a che fare con il virus Covid-19". Allo stesso tempo, però, i vivaisti chiedono "aiuti finanziari e fiscali" alla luce della paralisi delle vendite. 

Un ulteriore elemento critico che contraddistingue il settore, ha spiegato ancora Magazzini, è "la deperibilità dei prodotti", cioè le piante "che possono morire o ammalarsi se non vengono seguite con cura durante la coltivazione e nella fase di trasporto". In sostanza, "un blocco dell’attività significherebbe compromettere investimenti a medio e lungo termine, non “solo” un’annata produttiva, e porterebbe alla cessazione definitiva di molte imprese".