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L'amministratore di Publiacqua rimette il mandato

A quasi un mese dal crollo del lungarno Torrigiani, Alessandro Carfi ha chiesto di essere assegnato ad un altro incarico

La voragine sul lungarno Torrigiani si spalancò improvvisamente alle 6.14 del 25 maggio. Fra le cause certe la rottura di una tubazione dell'acquedotto del diametro di 70 centimetri. Ma poche ore prima anche un'altra conduttura si era rotta e comunque, ad oggi, l'inchiesta avviata dalla procura per individuare eventuali responsabili del disastro è ancora in corso.

Publiacqua, l'azienda che gestisce i servizi idrici, è finita nel mirino il giorno stesso della frana ma solo oggi l'amministratore delegato Alessandro Carfi ha chiesto ufficialmente ad Acea, che detiene il 40% di Publiacqua e di cui il manager è espressione, di destinarlo ad un altro incarico, prevedendo un'altra persona per il ruolo di ad che ha occupato finora.

“La voragine di Lungarno Torrigiani è stata una prova difficile e nuova per Publiacqua - si legge nella nota inviata da Carfì al presidente di Publiacqua Vannoni - Resto convinto che la società, in tutte le sue articolazioni e responsabilità, ha operato con la dovuta diligenza. Il tempo e le analisi in corso lo dimostreranno anche a chi ha avuto ed ha opinioni diverse. La generosità, la competenza tecnica e la dedizione con la quale la società si è cimentata sin dalle prime ore nella ricostruzione sono la prova più tangibile di quanto questa grande realtà industriale sia un patrimonio prezioso per Firenze e per l’intera Toscana". 

"A distanza di qualche settimana e superata la fase più critica - conclude Carfi - avverto la necessità che il clima di collaborazione tra Publiacqua, tutti i suoi azionisti e le responsabilità coinvolte nella ricostruzione sia ancora più solido e ispirato dalla serenità. Per favorire ciò ho chiesto al mio gruppo di impegnarmi in un diverso incarico prevedendo un avvicendamento nella responsabilità di amministratore delegato della società”.