Attualità

La violenza miete ancora troppe vittime

Dal 2010 sono stati 805 casi a Pistoia. In un convegno alla biblioteca San Giorgio si affrontano le radici socio culturali del fenomeno

Una premessa. Le origini culturali della violenza non costituiscono né un'attenuante, né tantomeno una giustificazione. A chiarire il presupposto sono gli organizzatori del convegno che mercoledì 25 novembre nell'auditorium della biblioteca affronterà questa controversa faccia di una delle più gravi piaghe sociali del nostro tempo. 

I numeri. Tra 2010 e 2014 sono stati 11mila i casi segnalati a livello regionale. Sul fronte dei femminicidi, sono stati 63 gli episodi in tutta la Toscana, di cui 6 in città. E ancora, nel 61 per cento dei casi alla violenza ha assistito un minore.

Come ogni anno, il convegno sarà dedicato a una faccia del problema. "Se l'anno scorso ci siamo concentrati sulla violenza economica, quest'anno saranno affrontate le sue radici socio-culturali - spiega Daniela Belliti, vicesindaco con delega alle politiche di genere - la nostra è una città multietnica e c'è bisogno di dialogo".

"Il fatto che gli usi e i costumi di un paese costituiscano gli estremi di un reato in un altro paese innesca un problema serio che potrebbe indurre alla chiusura totale - aggiunge la consigliera provinciale Rosalia Billero - da qui la necessità di affrontare la questione in modo sistematico". In pratica al centro del dibattito c'è il capitolo spesso tralasciato perché politicamente scomodo della esimente culturale della violenza domestica. 

"L'idea è nata da un dialogo che ebbi con il capo della Squadra mobile - ricorda Chiara Mazzeo, consigliera provinciale alle Pari Opportunità - troppi i casi anche sul nostro territorio di violenze su donne e soggetti deboli come minori". 

Al convegno interverranno il Sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Pistoia Claudio Curreli, il vice questore e capo della Mobile Antonio Fusco e Alessandro Simoni, docente di Sistemi giuridici comparati all'Università di Firenze. Partecipano anche il vicesindaco Daniela Belliti e il presidente della Provincia Rinaldo Vanni. Coordinerà Chiara Mazzeo.

Il coinvolgimento della città sarà globale, visto che i negozi del centro esporranno una locandina per dire no alla violenza. Non solo, il progetto coinvolgerà anche 1.000 studenti di sei scuole secondarie superiori della Provincia con una serie di incontri tenuti da esperti.