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A Vicofaro topi e degrado senza misure anti Covid

Nel centro che accoglie migranti si trovano 110 persone. Il sindaco ha firmato l'ordinanza per ripristinare l'igiene e ha scritto a prefetto e Regione

La chiesa di Vicofaro

Topi e degrado attorno alla chiesa di Vicofaro, dove risultano al momento presenti 110 persone. A seguito delle segnalazioni dei residenti, l’ufficio ambiente del Comune di Pistoia ha attivato l'igiene pubblica della Asl Centro per i controlli nell’area di proprietà della locale parrocchia. 

"Dal sopralluogo - spiega una nota del Comune - sono emerse gravi carenze igienico-sanitarie dovute ai rifiuti accumulati fuori dalla chiesa. È stata inoltre rilevata la presenza di una colonia di topi che crea problemi, sempre a livello igienico sanitario, alle persone presenti in parrocchia e al vicinato, e il mancato rispetto delle misure anti Covid-19".

L’Asl ha pertanto chiesto un’immediata e urgente ordinanza per la rimozione dei rifiuti abbandonati, la derattizzazione dell’area e il rispetto della normativa anti Covid-19 all’interno della struttura, in cui attualmente risultano esserci 110 persone. Il sindaco Alessandro Tomasi, letta la relazione dell’azienda sanitaria, ha firmato un’ordinanza contingibile e urgente ed ha scritto al Prefetto di Pistoia e al Presidente della Regione chiedendo loro di attivarsi per le proprie competenze “di fronte – scrive il sindaco - ad una situazione che ha assunto una gravità superiore a quella che, circa un anno fa, aveva visto l’intervento della Regione Toscana”.

Nel novembre scorso, al termine del periodo di isolamento prescritto dalla Asl dopo i casi di Covid registrati in parrocchia, nei vari tavoli con la Prefettura, la Regione Toscana e la Asl, il sindaco aveva posto il problema del “rischio concreto che in quella struttura, tra pochi giorni – scriveva lo scorso anno - siano nuovamente accolte decine e decine di persone. Occorre accertare le responsabilità di questa situazione e intervenire per evitare che questa modalità di accoglienza diventi nuovamente un pericolo per chi è accolto e per i residenti della zona”.