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"Pronto? Sono l'infermiere del suo familiare"

Due giovani infermieri, Alice e Fabio, hanno varato il progetto con cui ogni giorno telefonano ai parenti dei pazienti Covid al Ceppo per rincuorarli

"Basta una telefonata per abbattere le barriere e sollevare e tranquillizzare chi è a casa": parola degli infermieri Alice Priami e Fabio Burrasca, giovani professionisti di 23 e 28 anni che - sotto il coordinamento infermieristico di Lucia Cirillo - hanno varato un progetto che prevede di contattare quotidianamente i parenti di chi si trova nel reparto di cure intermedie dell'ospedale Ceppo di Pistoia. Lontani dai propri cari anche per settimane, i pazienti si trovano a contatto con operatori sanitari con il volto nascosto dalle protezioni individuali. Legami interrotti bruscamente a causa delle norme sanitarie imposte dalla pandemia. Barriere emotive ma anche fisiche che gli infermieri cercano di superare.

Oltre alle notizie cliniche fornite dal medico, ogni giorno grazie alla nuova iniziativa i familiari vengono aggiornati anche sull'andamento e lo svolgimento dei ricovero: dall'umore, all'alimentazione, dai piccoli progressi al sonno notturno. 

"Attraverso queste iniziative - spiegano Alice e Fabio - vogliamo sottolineare quanto sia importante la nostra figura professionale nel prendersi cura anche dell'aspetto emotivo e psicologico e quanto esso incida sull'aspetto clinico con lo scopo di migliorare la compliance terapeutica dei pazienti". 

"Come recita il nuovo codice deontologico delle professioni infermieristiche - affermano ancora -, l'infermiere è il professionista sanitario che si occupa della promozione della salute e in un momento di difficoltà globale deve adattarsi ai nuovi mezzi di comunicazione e promuovere il concetto che il tempo di relazione è tempo di cura".