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Sordità neonatale: diagnosi già in culla

Un nuovo strumento introdotto all'ospedale San Jacopo permetterà di individuare nel neonato eventuali problemi uditivi e curarlo velocemente

Si può intercettare e curare già nei primi giorni di vita la sordità, grazie ad un nuovo strumento introdotto nei punti nascita degli ospedali di Pescia e Pistoia. 

L'unità operativa di Otorinolaringoiatria, in collaborazione con quella di Pediatria, hanno attivato nei due ospedali dell’area pistoiese il nuovo “Centro di secondo livello per lo screening audiologico” in grado di individuare nel neonato, o comunque nei primi mesi di vita, eventuali problematiche uditive, più o meno gravi, in modo da programmare tempestivamente il trattamento più idoneo.

L’esame di secondo livello è complementare alle “otoemissioni acustiche uditive” (TEOAE): il test audiometrico che dal 2010 viene svolto in tutti i punti nascita degli ospedali toscani e che permette, unitamente ad una accurata anamnesi, di evidenziare precocemente se il neonato è affetto da sordità o è a rischio di svilupparla.

Mentre prima, se i neonati non superavano il primo test, gli ulteriori approfondimenti diagnostici dovevano essere svolti in altri centri, ora con la disponibilità del nuovo strumento per lo studio dei potenziali acustici uditivi del tronco encefalo (l’AABR), gli specialisti di otorinolaringoiatria possono eseguire subito l’esame di secondo livello: in pratica all'orecchio del piccolo vengono inviati degli impulsi direttamente al nervo acustico e al tronco encefalico, così da avere una precisa determinazione dell’entità della perdita uditiva.

Anche questo secondo esame non è invasivo.

La sordità rappresenta una delle patologie neonatali più frequenti: ne soffrono 1-2 bambini per 1000.

Nel 2015 nei punti nascita degli ospedali San Jacopo e Santi Cosma e Damiano sono nati 2.500 bambini, per 200 di questi è stato necessario l’esame complementare allo screening di secondo livello.