Attualità

L'export del vivaismo soffocato dalla burocrazia

Coldiretti chiede attenzione per le disparità tra i controlli a cui sono soggetti i vivaisti che esportano e quelli per i prodotti che vengono importati

Una domanda volutamente provocatoria quella Coldiretti. È più monitorata una pianta ornamentale pistoiese esportata o uno dei tanti alimenti provenienti dall'estero che affollano le nostre tavole?

I vivaisti pistoiesi, spiega l'associazione, per poter esportare cipressi o olivi in vaso del pesciatino, evidentemente non destinati a consumo umano, devono compilare registri, ottenere autorizzazioni, prevedere una serie di controlli. Cosa che, prosegue la nota, non avviene per gli alimenti che provengono dall'estero.

Una contraddizione a ben vedere non nuova ma che Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia, mette in luce ancora una volta mentre annuncia il ciclo di incontri dell'associazione con gli agricoltori in tutta la provincia.

Primo appuntamento a Pescia lunedì prossimo alle 20.30, nella sala convegni del Mefit.

"Il dato è che aumentano le importazioni - prosegue Coldiretti Pistoia - a rischio ci sono posti di lavoro, sviluppo e lo stesso territorio. Per quanto tempo agricoltori professionali e i tanti hobbisti potranno continuare a mantenere ben l'8 per cento del territorio della provincia di Pistoia a uliveto?"

Tra l'altro proprio in questi giorni, aggiunge la nota di Coldiretti, sono aumentate le autorizzazioni per l'import di olio dalla Tunisia e di pomodoro dal Marocco.

Dopo l'appuntamento di Pescia, seguiranno Pistoia, Quarrata, Monsummano Terme e San Marcello Pistoiese.