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Pistoia al top per la criminalità organizzata

La città al vertice tra le toscane per l'intensità dell'associazionismo criminale secondo il rapporto Agromafie di Coldiretti

Sono Pistoia e Grosseto, rispettivamente alle posizioni 39 e 50, le città al top in Toscana nella classifica stilata dall'Indice di Organizzazione Criminale IOC elaborato dall'Eurospes nell'ambito del quarto Rapporto Agromafie con Coldiretti ed Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e sul sistema agroalimentare. 

Seguono Prato al 57mo posto, Arezzo al 58mo, Livorno al 64mo, Firenze al 70mo, Pisa al 73mo e Lucca al 78mo. Massa Carrara, 82ma, e Siena, 83ma, sono invece molto distaccate.

Sul fronte della metodologia, l'Indice si fonda su 29 indicatori specifici e rappresenta la diffusione e l'intensità, in una data provincia, del fenomeno dell'associazionismo criminale. Secondo Coldiretti l'associazione a delinque di stampo mafioso e camorristico, concorso in associazione mafiosa, truffa estorsione, riciclaggio e illecita concorrenza sono i tipi di illeciti riscontrati con maggiore frequenza.

Dal rapporto emerge che per raggiungere il loro obiettivo i clan e le associazioni criminali organizzate ricorrono ad ogni forma di reato. Si va dall'usura al racket estorsivo, dall'abigeato alle macellazioni clandestine ai furti fino alla lievitazione dei prezzi di frutta e verdura fino a 4 volte nella filiera che va da produttore al consumatore. Le infiltrazioni criminali toccano anche il settore dei trasporti e la logistica.

"La criminalità organizzata che opera nelle campagne - spiega Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana - incide più a fondo nei beni e nella libertà delle persone, perché a differenza della criminalità urbana, può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili ed attivabili".