Confindustria Toscana Nord si scaglia contro l’aumento dei canoni regionali per l'uso di acqua pubblica.
"Con una delibera la Regione ha stabilito un ingente aumento dei canoni per l’utilizzo di acque pubbliche - spiega l'associazione degli industriali - Un consistente impatto economico sulle aziende, le quali si troveranno a corrispondere un canone aumentato da due a dieci volte rispetto a quanto versato fino ad oggi".
Secondo Confindustria la delibera stabilisce anche che, a differenza di quanto viene previsto per altre tipologie di utilizzo, l’uso di acque per la produzione di beni e servizi, è considerato, senza distinzioni, ad alta entità di prelievo e non si tiene assolutamente conto, ad esempio, delle numerose iniziative quali i vari accordi di programma sottoscritti dalle imprese con la stessa Regione ai fini di un utilizzo più razionale delle acque.
"Inoltre, anche laddove vengono previste riduzioni a seguito dell'applicazione di misure di risparmio idrico, per stessa ammissione della Regione - continua Confindustria - A causa della incompletezza dei dati utili al ricalcolo dei canoni, tali riduzioni, che in teoria potrebbero arrivare all’80 per cento, sono fissate in un’unica aliquota pari al 25 per cento, e non verranno imputate nel 2016 ma insieme al canone 2017".
A finire sotto la lente dell'associazione degli industriali è anche l'uso di acque per la produzione di energia idroelettrica: "Fino a oggi ritenuta una valida fonte di energia alternativa ed oggetto di grossi investimenti da parte di molti imprenditori - spiega - Nel decreto regionale viene indicato come “ad altissimo impatto ambientale” ed il relativo canone viene, pertanto, aumentato di oltre il 200 per cento".
Aumenti indifferenziati, secondo Confindustria, che, sommati a ulteriori aggravi tributari, "minano fortemente lo sviluppo delle imprese".