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Il prof ammette: "Chat intime ma nessun abuso"

Nel processo che vede imputato un insegnante accusato di violenza sessuale su una alunna, lui si difende: "Nessun palpeggiamento. Erano solo parole"

Ha ammesso che il rapporto con quella studentessa, sua alunna, "gli aveva preso un po' la mano", portandolo a scrivere, attraverso le chat dei social networks, frasi spinte come "vorrei fare l'amore con te, anche se so che non sarà possibile".

Ma il professore di 54 anni (adesso sospeso in via cautelare dall'insegnamento), non è chiamato a rispondere di quelle frasi. E' imputato invece per violenza sessuale vera  e propria perché qualche giorno prima avrebbe palpeggiato il sedere della studentessa (minorenne all'epoca dei fatti), davanti a tutta la classe, in aula, mentre faceva lezione.

Durante la nuova udienza del processo che lo vede come imputato, l’insegnante ha ripercorso tutta la vicenda svoltasi quell’inverno. "Non ho mai allungato le mani su di lei" ha detto il professore al pubblico ministero Giuseppe Greco. "E' vero, il rapporto con lei mi aveva coinvolto, ma anche se dalle frasi emerge quello, il mio obiettivo non era fare sesso".

Ma allora perché alcuni compagni di classe della ragazza firmarono una lettera nel Febbraio 2012 in cui si denunciava l’episodio del palpeggiamento in classe? "Forse non si sono resi conto delle reali conseguenze che il loro gesto avrebbe causato - ha risposto il professore -  Forse volevano solo liberarsi di me per qualche tempo perché andavano male a scuola".