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Farmaci dopanti, truffa per rifornire il ciclismo

Ulteriori dettagli sull'operazione che ha indagato per peculato otto farmacisti: i medicinali dopanti finiti nel mercato nero del ciclismo amatoriale

Con il passare delle ore emergono ulteriori dettagli sulla maxi operazione condotta dalla Squadra Mobile di Pistoia che ha permesso di emettere otto avvisi di garanzia per peculato ai danni di altrettanti farmacisti (vedi articolo collegato).

Gli otto dipendenti pubblici (perché di questo si tratta essendo i farmacisti titolati di aziende comunali) avrebbero emesso una serie infinita di ricette false, sia inventandole dal nulla, sia modificandone a piacimento quantità e tipo di medicinali prescritti.

Una truffa che, secondo gli inquirenti, avrebbe causato un danno erariale ai danni dell'Asl3 di circa 100mila euro.

"Questi farmaci - ha spiegato il questore di Pistoia Salvatore La Porta - Vengono affidati per la distribuzione dalla Asl alle farmacie, che li richiedono attraverso delle ricette particolari".

Dai riscontri effettuati su quasi 700mila prescrizioni sarebbe emerso che le farmacie si sarebbero appropriate di numerose confezioni di questi medicinali: "Da questo - ha detto ancora il questore - Si è risaliti al peculato per otto titolari di farmacie pistoiesi".

I farmaci sottratti si ipotizza che siano finiti nel circuito sportivo, come dopanti: "Sono tutti farmaci salvavita - ha precisato il dirigente della Squadra Mobile, Antonio Fusco - Alcuni di questi, per la loro composizione e per il principio attivo, si prestano ad un'azione dopante e vengono utilizzati da sportivi, sia per l'accrescimento della massa muscolare, sia per migliorare le prestazioni, come per esempio anche nel ciclismo amatoriale, non necessariamente in quello dei professionisti. Per quanto riguarda i farmaci dopanti è quindi ipotizzabile che siano finiti in quel circuito, come abbiamo già riscontrato in un'indagine precedente, da cui poi ha preso le mosse quella attuale".