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Epatite A, dodici casi in dieci giorni a Pistoia

I ricoveri sono avvenuti tutti all'ospedale San Jacopo, quattro persone solo ieri. L'Asl ha avviato un'indagine epidemiologica

Dal 18 al 28 settembre sono state 12 le persone ricoverate all'ospedale San Jacopo perché affette da epatite A, gli ultimi quattro casi sono stati accertati oggi e i pazienti sono al momento ricoverati nel reparto degenze protette.

"Le loro condizioni cliniche sono stabili e rispondono alla terapie - ha detto il direttore della unità operativa malattie infettive, dottor Massimo Di Pietro -, in genere, il ricovero per questa malattia viene disposto per confermare la diagnosi e solitamente la patologia ha un andamento benigno. La malattia si manifesta con ittero (cute gialla), nausea e disappetenza; nella maggior parte dei casi ha un decorso rapido e i giorni di degenza necessari sono pochi".

Riguardo i dodici casi in dieci giorni registrati nel pistoiese, dall'Asl fanno sapere che: "La concentrazione di casi, in un arco temporale così ristretto, ha fatto intervenire, già dalla scorsa settimana, gli operatori di igiene e sanità pubblica che hanno avviato subito l’indagine epidemiologica volta a stabilire il veicolo e la fonte di infezione".

"E’ dal dicembre 2016 che in tutta Europa vengono osservati diversi casi di focolai di infezione da virus di epatite A - aggiungono dall'Asl -. In Italia, nel periodo agosto 2016- aprile 2017 i casi notificati sono stati 1410, rispetto ai 142 osservati nello stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2013, in Italia, si era verificata una epidemia di epatite A legata al consumo di frutti di bosco congelati. Dall’inizio dell’anno ad oggi i casi di epatite A ricoverati nell’area pistoiese sono stati 30".

E ancora: "La trasmissione del virus avviene prevalentemente per via oro-fecale, attraverso il consumo di cibi (frutti di mare crudi o non sufficientemente cotti, frutti di bosco, ecc…), acqua contaminata o per contatto con persone infette. Negli ultimi anni è stata verificata anche la trasmissione per via sessuale. Un altro importante fattore di rischio è rappresentato dai viaggi in aree ad alta endemia. L’esposizione al virus è oggi meno comune nei bambini rispetto al passato mentre i soggetti giovani-adulti sono maggiormente suscettibili all’infezione. Esiste la possibilità di vaccinarsi - hanno concluso dall'Asl -: in genere la profilassi è consigliata ai viaggiatori internazionali, ai conviventi e ai contatti stretti dei casi che hanno contratto l’infezione".