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"Al museo Marini ora però si riapra"

Dopo la sentenza con cui il Tar ha sancito il legame dell'artista con la città, la Cgil chiede di reimpiegare i lavoratori licenziati

"Il museo Marini deve riaprire" e puntare anche sul "reimpiego dei lavoratori licenziati": in questo senso il segretario generale pistoiese della Cgil Daniele Gioffredi incalza il Comune di Pistoia all'indomani della sentenza con cui il Tar ha sancito il legame dell'artista e delle sue opere ocn la città e, scrive il sindacato, "sconfigge l'idea 'proprietaria' delle opere d'arte, come spesso invece assistiamo nelle delocalizzazioni delle produzioni manifatturiere". 

Per il segretario della Cgil di Pistoia, la sentenza del Tar "è solo un primo passo, un giusto risarcimento alla città per lo schiaffo subito quando nel dicembre 2019 furono sospese a tempo indeterminato tutte le attività del museo, al quale seguirono i primi licenziamenti, definendo 'superflue e inutili le postazioni lavorative' collegandoli addirittura al vincolo pertinenziale, che se rimosso avrebbe fatto rivalutare la possibilità di reimpiego". 

"Oggi - prosegue Gioffredi - si possono e si debbono aprire nuovi scenari relativi alla riapertura del Museo, anche dopo l'avvenuta reintegrazione del Cda effettuata dal prefetto di Pistoia, il protocollo d'intesa con la Regione Toscana e la disponibilità già a suo tempo manifestata dalla Fondazione Cassa di risparmio. Il Museo deve riaprire, essere di nuovo fruibile con attività di rilievo culturale e sociale, dalla sanità alla disabilità, dalla didattica a eventi culturali per l'editoria. Perché tutto questo avvenga però è necessario, che chi è stato ingiustamente e in modo discriminatorio licenziato riprenda il proprio posto, per mettere a disposizione competenza e professionalità". 

"Questo a prescindere dall'iter giudiziario delle cause di lavoro. Adesso il Comune di Pistoia - conclude - ha davvero l'occasione per riprendere in mano la situazione, rilanciare l'iniziativa in una prospettiva di sistema, riaprendo il Museo Marini anche attraverso il reimpiego dei lavoratori licenziati".