Lavoro

Accordo per i dipendenti della 'Tesi Ubaldo'

Corrisposte tutte le mensilità rimaste in arretrato dopo la chiusura di novembre. Ma molti lavoratori restano ancora senza impiego

Una crisi lunga che ha coinvolto una delle aziende più rappresentative del territorio. Ora  un primo capitolo sembra essersi chiuso con il pagamento degli stipendi che i 48 lavoratori non ricevevano da luglio scorso.

L'accordo è stato raggiunto giovedì alla Cgil di Pistoia. A incontrarsi sono stati i rappresentati dei lavoratori insieme ai dipendenti, con i rappresentanti e consulenti della Tesi Ubaldo & Figli in liquidazione oltre che dell'altra azienda in gioco nella vertenza, la Romiti Vivai S.S. di Pietro & Figli. 

La storia delle trattative. Dopo la rottura dello scorso agosto e il tentativo di trovare una soluzione che ha visto entrare in campo anche il sindaco di Pistoia, gli incontri si sono susseguiti. 

Alla fine i lavoratori licenziati sono tornati a svolgere dietro richiesta e a titolo gratuito alcune attività di cura e mantenimento straordinari delle piante che rischiavano di deperire. “L'interesse dei lavoratori era quello di poter contare sulla vendita delle piante rimaste – sottolinea Fabio Capponi segretario generale della Flai Cgil di Pistoia - al fine di vedersi pagate le proprie spettanze arretrate".

A questo punto della storia entra in gioco la Romiti che ha presentato una proposta di acquisto delle piante rimaste. Mossa che ha poi consentito di pagare tutte le mensilità arretrate dei dipendenti. Dipendenti che, aggiunge Luana Del Bino Responsabile dell'Ufficio Vertenze della Camera del Lavoro di Pistoia, "nel frattempo ci hanno conferito mandato per veder soddisfatto anche il credito del TFR".

Dopo l'intesa un primo piccolo gruppo di lavoratori è stato assunto dall'azienda che ha acquistato le piante ma "la stragrande parte degli ex dipendenti della Tesi Ubaldo & Figli rimane senza lavoro - conclude Fabio Capponi - e per questo contiamo molto sul tavolo di crisi che il Sindaco di Pistoia si è reso disponibile ad attivare per cercare di dare soluzione alla perdita occupazionale che si era generata con la chiusura dell'azienda vivaistica di Chiazzano”.