Attualità

Paesaggio, vivaisti sul piede di guerra

Pronta un'alleanza con i cavatori di Carrara e i vitivinicoltori toscani per presentare il 29 settembre osservazioni comuni sul piano paesaggistico

"Siamo noi i primi a proteggere l'ambiente e il territorio, per cui la novità di questa legge regionale ci ha sorpreso". Con queste parole il presidente del distretto vivaistico ornamentale pistoiese, Vannino Vannucci, ha di fatto aperto un nuovo fronte di opposizione contro il Piano del paesaggio in approvazione in consiglio regionale. Dopo gli imprenditori del marmo di Carrara e quelli del vino sparsi per tutto il territorio, anche i vivaisti sono pronti a presentare le loro rimostranze contro la legge scritta dall'assessore, Anna Marson, e che di fatto completerà il lavoro dell'intera legislatura regionale.
Intervenendo a un'iniziativa promossa dall'Associazione internazionale dei produttori del verde "Moreno Vannucci", il presidente si è detto incredulo per i vincoli imposti dal nuovo piano.
"Soprattutto - ha spiegato Vannucci - ci ha sorpreso perché abbiamo da pochi mesi chiuso la legge sul vivaismo, dove c'e' una certa apertura e una certa flessibilità sulle produzioni, come e' giusto che sia. Io credo che il vivaismo e l'agricoltura in genere in Toscana siano una voce importante".
Ecco dunque che entro il 29 settembre i vivaisti presenteranno in Regione le loro osservazioni al Piano del paesaggio, recependo anche quelle provenienti dalle altre categorie.
"Recentemente - ha concluso Vannucci - ci siamo incontrati anche con il marchese Frescobaldi, che su questo problema si e' espresso più volte sulla stampa, parlando non solo dei vigneti ma anche del vivaismo. Ci incontreremo di nuovo per fare delle valutazioni complessive in vista della presentazione delle osservazioni in Regione".

Sul tema è intervenuto anche l'onorevole Oreste Pastorelli, componente della Commissione ambiente della Camera dei Deputati: "Dobbiamo dare la possibilità e dobbiamo sorreggere quelle aziende che portano avanti l'agricoltura, perché l'agricoltura intensiva da' lavoro e da' economia al nostro territorio". Non solo. "Non ci possiamo permettere in questo momento di grande diseconomia italiana - ha detto Pastorelli - di cercare di chiudere quelle aziende che danno invece una prospettiva al nostro territorio nazionale e contribuiscono a far conoscere l'Italia in Europa"