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Contadini disperati, 90% del raccolto ai cinghiali

Hanno seminato 10 quintali di tuberi per ottenerne 80 di patate ma ne hanno raccolti solo 5. La storia di due agricoltori sulle colline Pistoiesi

Due agricoltori nel Pistoiese

Sembra un problema di matematica elementare eppure la soluzione è tutt'altro che semplice per gli agricoltori che si ritrovano a fare i conti con la siccità, i fenomeni atmosferici ed anche con gli ungulati che devastano il raccolto.

Emblematica la storia che arriva dalle colline Pistoiesi dove una coppia di agricoltori ha seminato 10 quintali di tuberi per ottenere 80 quintali di patate ma ne hanno raccolti solo 5 quintali, il resto è andato ai cinghiali.

E' accaduto nel podere Baldi, a raccontare la storia di Luciano e Rocca è Coldiretti “Un bel podere di mezza collina - racconta Michele Bellandi, responsabile tecnico di Coldiretti Pistoia- che rappresenta l’ossatura del nostro territorio, contribuendo al mantenimento idrogeologico, è messo in ginocchio dall’eccesso di animali selvatici che fanno danni. Mangiano le produzioni agricole e danneggiando il terreno e le stesse reti metalliche, che non bastano a arginare cinghiali, caprioli, istrici e cervi”.

Il podere di Luciano e Rocca si estende per 15 ettari, nel Comune di Marliana, per metà a bosco, sull’altra metà si producono ortaggi, patate, castagne ed altri frutti. "Uno dei ciliegi rimasto è secco nella parte bassa, grazie alle continue degustazioni dei cervi, che apprezzano” sottolineano con amara ironia da Coldiretti.

Dopo patate, uva, ciliegie, fagioli e ortaggi ora cominciano a sparire le castagne, la cui produzione ancora risente del cinipide "Se una volta producevamo ben 20 quintali di farina di castagne, oggi raccattiamo le castagne come fossero funghi” si spiega dal podere.

Michele Bellandi fa i conti della fauna "Ogni scrofa partorisce un paio di volte all’anno, concependo fino 10/15 cinghialini. Una lotta impari, nonostante gli abbattimenti”.

Animali selvatici sono stati segnalati sui campi di mais, di patate e nei vivai. I cinghiali sono in Montagna, in Valdinievole, sul Montalbano, in pianura, sulle strade e ormai pascolano anche davanti alle scuole.

Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia ha concluso “Bisogna dare risposte alle decine di migliaia di aziende che vedono ogni giorno il proprio lavoro cancellato dai 2,3 milioni di cinghiali proliferati senza alcun controllo che mettono a rischio anche la sicurezza dei cittadini. Serve un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992 e ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette".