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"L'ho fatto a pezzi quando era già morto"

Stefano Brizzi ritratta la prima versione fornita agli investigatori: "Satana mi ha detto uccidi, uccidi, uccidi". Poi getta il corpo nel Tamigi

La verità, pur tra i macabri dettagli, sta venendo a galla.

Il processo a carico di Stefano Brizzi, l'assistente sociale pistoiese accusato di aver ucciso, fatto a pezzi e bollito un poliziotto di Londra, arriverà presto a sentenza.

Durante la requisitoria dell'accusa, sostenuta dal procuratore Crispin Aylett, è stata ripercorsa la testimonianza resa da Brizzi, prima ai poliziotti al momento del ritrovamento del cadavere, poi agli investigatori durante la convalida dell'arresto.

In un primo momento Brizzi aveva sostenuto di aver ucciso il poliziotto Gordon Semple sotto l'effetto di droghe (metanfetamine che chiamava colloquialmente Nutella e che lo aiutavano a mettersi in contato col Diavolo) e perché era stato Satana a dirgli di farlo ("ho sentito una voce nella testa che diceva uccidi uccidi uccidi").

Poi però, sotto interrogatorio, Brizzi ha cambiato versione, sostenendo come la morte del poliziotto fosse stata accidentale,  a causa di un gioco sessuale finito male e di aver solo intralciato la giustizia cercando di far scomparire il corpo.

Un piede del poliziotto è stato ritrovato nel Tamigi. Altri pezzi, tra i quali una mano e una gamba, sono stati ritrovati nell'appartamento di Brizzi, che avrebbe cercato di arrostirli. Brizzi non è riuscito a sciogliere nell'acido tutto il corpo del poliziotto: per questo il pistoiese avrebbe cercato di disfarsene in vari modi, anche gettando alcune parti del corpo nello scarico del water.