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Sei volontari nell'inferno del terremoto

Il racconto dei volontari della Misericordia di Pistoia dal campo allestito nel cuore di Sant’Angelo, piccola frazione del comune di Amatrice

Sono stati i primi volontari pistoiesi a partire. 

Allertati subito, nel cuore della notte, del terribile terremoto che ha devastato il centro Italia.

Alessandra Biagini, Anna Ferrari, Luca Pullerà, Rosina Maraviglia, Caterina Pelagalli ed Emiliano Biagini sono i cinque volontari della Misericordia di Pistoia tornati dall'inferno di Amatrice.

Con loro, altri volontari della Misericordia di Empoli e Montelupo, per un totale di quindici persone, che hanno prestato soccorso a 150 sfollati. In maggioranza anziani e famiglie con bambini, ospitati all’interno del campo mobile che la Misericordia, con quattro grandi tende e cinquanta posti letto, ha allestito a Sant’Angelo, appena cinque chilometri da Amatrice. 

Una lunga attività di soccorso che li ha visti impegnati quasi 48 ore consecutive.

"Abbiamo visto uscire da una tenda un uomo con la figlia. Poteva avere otto, nove anni. Ci siamo avvicinati a loro e abbiamo chiesto alla bambina se volesse una merendina al cioccolato e un succo di frutta. La bimba ci ha guardati e si è messa a piangere. Voglio solo la mamma, ha detto. La sua mamma però è morta durante il terremoto, insieme al fratellino della piccola".

Scene di guerra, come le descrive qualcun altro.

Eppure cercare di portare conforto è tanto difficile quanto possibile: "Prima di tutto la misericordia e l'umanità. Stare vicino a quelle persone, ascoltarle e confortarle. Anche solo un minuto può essere utile per alleviare un poco il loro dolore. Per farli sentire meno soli. Per farli sentire ancora vivi".