Attualità

"Sindaco vieta un diritto costituzionale"

Le due parlamentari toscane di Sinistra Italiana attaccano Mangoni: "Dire no al banco per il referendum significa vietare un diritto costituzionale"

Continua a suscitare polemiche il caso Agliana sul no al banchetto per il referendum (vedi articoli collegati). Dopo la presa di posizione dell'Anpi, la questione si è spostata a Roma dove le due parlamentari toscane, elette con Sinistra Italiana, Marisa Nicchi a Montecitorio e Alessia Petraglia al Senato, hanno presentato un'interrogazione al governo chiedendo provvedimenti e l'intervento del ministro Alfano.

"In Italia può anche succedere che un sindaco vieti la piazza per impedire la raccolta delle firme per il referendum costituzionale -affermano le due parlamentari - Una cosa gravissima quella accaduta ad Agliana. E ancor più grave che il responsabile del divieto sia stato un dirigente del Partito Democratico".

Il no del sindaco Giacomo Mangoni al banchetto per il "No" al referendum (vedi articoli collegati), pur se motivato, ha fato storcere il naso persino nella aule di Camera e Senato: "L'ordinanza di un sindaco deve rispettare la legge, anzitutto la Costituzione e le leggi ordinarie dello Stato - affermano le due parlamentari Marisa Nicchi e Alessia Petraglia - E vietare come ha fatto il sindaco Pd di Agliana invocando la tutela di una festa e stigmatizzare la raccolta delle firme come attività "divisiva" e "di parte" è del tutto estraneo all'ordinamento, perché introduce un limite a un diritto fondamentale ad opera di una fonte amministrativa (l'ordinanza del sindaco) che in uno Stato di diritto deve essere sottoposta alla legge. Peraltro il decreto legislativo numero 267 del 2000 riserva il potere di rilasciare queste autorizzazioni ai funzionari preposti, escludendo che possa intervenire direttamente il sindaco come è avvenuto in questo caso. E' stato impedito insomma - concludono Nicchi e Petraglia- dal sindaco l'esercizio di un diritto politico di alto rilievo costituzionale".