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Cronaca mercoledì 02 dicembre 2020 ore 12:16

Quintali di marijuana tra Rovigo e la Toscana

Operazione Amleto: sequestrati oltre 200 chili. Se immessi sul mercato, avrebbero portuto fruttare circa un milione e 785.000 euro



PRATO — 11 persone arrestate per produzione e vendita di marijuana, 165 chili di prodotto finito e altri 90 chili di cannabis in produzione sequestrati per un valore medio di mercato stimato in un milione e 785.000 euro. Sono i numeri dell'operazione Amleto, condotta tra Prato, Pistoia e Rovigo.

I primi 6 arresti per traffico illegale di marijuana sono stati effettuati a Pistoia e Prato il 3 e 7 novembre, con il sequestro di 120 chili circa di stupefacente. Ulteriori indagini, rende noto il comando dei carabinieri di Prato, hanno portato fino in provincia di Rovigo, dove altre 5 persone tra i 36 e i 66 anni sono finite in manette per produzione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti aggravata in concorso. 

Durante una perquisizione nelle abitazioni e negli annessi agricoli a loro in uso, infatti, sono state scoperte  610 piante di cannabis nutrite da impianto d’irrigazione e fertilizzazione e irradiate da 136 lampade allo iodio, oltre a 45 chili di marijuana già lavorata per un valore medio di mercato stimato in 315.000 euro.

I carabinieri sono arrivati ai siti di produzione e stoccaggio  seguendo le mosse di uno degli arrestati, che era gia’ stato arrestato a Prato nel 2017, che aveva avuto contatti con i connazionali arrestati il 7 novembre e che, con un'auto noleggiata a lungo termine faceva la spola tra Lendinara (Rovigo) e Prato.

Secondo quanto riferito dai carabinieri nella nota, il processo di maturazione della cannabis sarebbe stato accellerato con una fertilizzazione forzatata con ormoni e con un impianto a raggi uva da 150 kwh, funzionate h24. Inoltre, l’impianto elettrico sarebbe stato realizzato abusivamente mediante allaccio diretto alla rete di distribuzione dell’energia per un danno stimato in  7.700 euro.

Il laboratorio di tossicologia forense dell’università di Bologna ha effettuato un primo esame della sostanza, fortemente nociva (t.h.c. a valore 4/5), valutando che da ogni pianta vegeta si sarebbero potuti ricavare ricavare 150 grammi d’infiorescenze, quindi altri 90 chili di marijuana skunk presumibilmente destinati sia al mercato italiano ed a quello del nord Europa.


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