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Lavoro giovedì 14 dicembre 2023 ore 18:55

Lavoratori 'somministrati' in sanità, 400 a rischio

La protesta di una delle sanitarie
La protesta di una delle sanitarie

Sono infermieri, Oss, amministrativi, tecnici, magazzinieri: la scadenza dei loro contratti si avvicina senza certezze sul futuro e parte la protesta



FIRENZE — Sono quasi 400 fra infermieri, operatori sociosanitari, amministrativi, tecnici, addetti farmacie o magazzinieri e lavorano da anni in somministrazione tra l’ospedale di Careggi e l’Usl Toscana Centro: i loro contratti con la fine di Dicembre scadono, ma non hanno idea se verranno rinnovati o no. E allora ecco che per loro è partita la protesta.

"Da un giorno all'altro si può perdere il posto, e il periodo lavorato in somministrazione non ha nessun valore ai fini delle stabilizzazioni e all'interno dei concorsi", sottolinea Cgil Toscana. 

"Già da tempo - riferisce una nota - questi lavoratori vivono una situazione di grande incertezza: i contratti da 6 mesi sono spesso diventati di mese in mese, fino all’ultimo momento non si sa mai se c’è il rinnovo, senza poter programmare una visita medica o un intervento per paura di non essere rinnovati". 

Oggi questi lavoratori e lavoratrici, con Nidil Cgil, si sono mobilitati al grido “Non siamo usa e getta”, indossando sulla divisa o il camice una “x” con nastri medici-scotch colorati di rosso, e pubblicando la foto sui social. 

Il loro obiettivo? Avere contratti più lunghi, ottenere comunicazione della proroga entro tempi congrui per permettere alle lavoratrici e ai lavoratori di poter programmare la loro vita, stigmatizzare i mancati rinnovi per malattia e/o maternità; valorizzare i periodi lavorati in somministrazione nei concorsi e per le stabilizzazioni, far riconoscere il salario accessorio.

La segretaria generale fiorentina Nidil Cgil Giulia Tagliaferri parla per tutti: “La sanità, per le carenze di risorse che ha, non può fare a meno di questi lavoratori e continuerà sicuramente ad attingere dalle agenzie di somministrazione anche nei prossimi anni per mantenere aperti servizi e posti letto. Chiediamo contratti più lunghi, un trattamento dignitoso il rispetto dei diritti e della parità di trattamento, e che il periodo lavorato in somministrazione abbia un peso in stabilizzazioni e concorsi”.


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