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Attualità venerdì 23 settembre 2016 ore 07:15

Manifesto con nudo, femministe sul piede di guerra

Il manifesto al centro dello "scandalo"

Il manifesto con una donna nuda scelto dal Teatro Manzoni suscita polemiche. Indignate le femministe: "E' una mercificazione del corpo"



PISTOIA — La stagione del Teatro Manzoni fa discutere, ancor prima di cominciare.

Il manifesto scelto per presentare la stagione di prosa 2016/2017 ha suscitato un vespaio di polemiche (vedi articolo collegato), soprattutto tra le femministe.

Colpa non tanto dell'immagine scelta, ma del significato che attraverso quell'immagine si trasmette: una donna di mezz'età, a seno nudo, si nasconde il pube dietro una forma di pane. Un'opera dell'artista pistoiese Riccardo Mannelli, dal titolo La passione sfama.

"Di questa figura - scrive la Rete 13 Febbraio - Non può non colpire quella pagnotta posta a coprire proprio gli organi genitali della donna, anzi è la prima cosa che si nota. L’accostamento “sesso e cibo” oppure “sesso e guadagno” oppure “sesso e pagnotta” con cui sopravvivere e avere il pane quotidiano, non ci sembra una grande novità e anzi richiama una mercificazione del corpo femminile e della sessualità. Probabilmente (ma non lo sappiamo) tutto questo non è nelle intenzioni dell’artista e nemmeno nelle vostre (dell'associazione teatrale pistoiese, ndr), ma questa è l’impressione che il manifesto comunica".

Un concetto che la Rete 13 Febbraio ribadisce in un altro passaggio: "Le immagini non restano solo immagini, ma si sedimentano in un immaginario collettivo - afferma il gruppo femminista - Se esso è composto di rappresentazioni lesive della dignità e del valore della donna o del suo ruolo nella società, allora esse diventano il veicolo per la minimizzazione e giustificazione della violenza, della discriminazione, della marginalizzazione femminile nella società".

Idee condivise da molti in città, non appena i manifesti sono cominciati ad apparire sui muri di Pistoia.

Tanto che, a poche ore di distanza, l'Associazione Teatrale Pistoiese si è sentita in dovere di spiegare la propria scelta: "Francamente non capiamo da dove possa derivare l’accostamento “sesso e merce” o “sesso e guadagno” e tanto meno l’idea che si tratti di una prostituta - afferma il presidente Rodolfo Sacchettini - Tra mercificazione del corpo e burkini quest’immagine pone una domanda vera e seria al proprio spettatore, così come dovrebbe fare il miglior teatro. Crediamo sia un segno di libertà e di diversità. Ed è per questo che l’immagine – piaccia o meno – non lascia indifferenti".


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