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Attualità venerdì 10 giugno 2016 ore 18:30

Auto contro cinghiale. Coldiretti "Serve un freno"

Dopo l'ennesimo incidente stradale, Coldiretti torna a chiedere misure chiare per ridurre il numero di ungulati: "Gli agricoltori sono esasperati"



PISTOIA — "Le barriere fisiche o elettroniche servono a poco se il numero di ungulati è altissimo. I rischi per l'uomo e i danni per gli agricoltori non saranno mai ricondotti a livelli fisiologici, senza soluzioni che riducono il numero di animali selvatici". 

A sottolinearlo è Coldiretti Pistoia all'indomani dell'ennesimo incidente avvenuto sulla Montalese causato da un ungulato di grossa taglia, nonostante l'installazione di un sistema di sensori a infrarossi in grado di rilevare la presenza di animali.

“Se cervi, caprioli, cinghiali imperversano sulle strade, mettendo a rischio la vita degli automobilisti, nelle campagne avviene la distruzione di colture. Le zone collinari sono diventate off limits per la coltivazione di ortaggi - spiega Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia - Uliveti e vigneti sono danneggiati, con i cervi che amano "fare l'aperitivo" nei vigneti. E poi cinghiali che si spingono fin dentro i vivai della pianura o nei terreni coltivati a mais, e i piccioni che spazzano via in poche ore interi campi di girasoli”.

Ma oltre all'alto numero di animali selvatici, Coldiretti lamenta il "muro di gomma" ormai istituzionalizzato che gli agricoltori affrontano quando denunciano i continui danni causati dagli ungulati a vigneti, seminativi, altre colture ed allevamenti. 

"Un muro di gomma - continua Coldiretti Pistoia - Che ha portato a quasi azzerare gli interventi di controllo in provincia di Pistoia. Nei primi cinque mesi del 2016, dicono i dati, gli interventi di controllo per allontanare gli ungulati dalle aree coltivate, a seguito di segnalazioni di agricoltori, sono stati solo tre, a fronte di varie decine del 2015.

Sono gli abbattimenti in regime di controllo, conclude Coldiretti, l'unico elemento di dissuasione per gli ungulati a frequentare aree non vocate alla loro presenza.


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