Attualità mercoledì 27 ottobre 2021 ore 13:14
Infermieri no vax, sospesi in 354
Il dato arriva dall'ordine interprovinciale delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia che rinnova l'appello alle vaccinazioni
FIRENZE / PISTOIA — Tra le province di Firenze e Pistoia sono in tutto 354 gli infermieri sospesi dalle varie aziende per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale: lo rende noto l’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale Firenze-Pistoia che, nel rinnovare l’appello alla vaccinazione, sollecita una velocizzazione delle procedure per la notifica della non vaccinazione e la conseguente sospensione. L'obiettivo è quello di scongiurare il rischio di infezione e rendere omogenee le procedure di applicazione del provvedimento.
"Il fatto che le sospensioni proseguano dimostra che dopo tanti mesi dall’obbligo continuano a esserci persone non vaccinate a lavoro – spiegano da OPI Firenze-Pistoia -. Come Ordine confermiamo il nostro fermo sostegno all’obbligo di vaccinazione e invitiamo i colleghi sospesi o in via di sospensione a rivedere loro posizione, anche alla luce dei dati scientifici che confermano nel vaccino un presidio sicuro per la lotta alla pandemia".
Dall'Opi arriva anzi uno scatto in avanti rispetto alle somministrazioni: "Invitiamo anche gli infermieri a procedere alla terza inoculazione del vaccino per una maggiore tutela e per non mettere in difficoltà i livelli di assistenza alla persona in ogni luogo dove si esprime il bisogno di infermieristica e del valore umano che ogni infermiere rappresenta".
Intanto le sospensioni continuano, ma: "L’iter di accertamento della sospensione è lungo, quindi alcuni colleghi restano intanto a lavoro – spiegano dall'ordine degli infermieri -. Chiediamo perciò all’assessorato regionale e alle aziende sanitarie di procedere con più rapidità a emanare l’atto di non vaccinazione e la conseguente sospensione dalle attività a rischio di trasmissione dell’infezione. Si sono già verificate diseguaglianze di applicazione: abbiamo infermieri sospesi da due mesi e altri ancora in servizio. Se di rischio infettivo si parla tutti rappresentano potenzialmente un pericolo per la salute degli altri, oltre che propria".
L'altro corno del problema è la carenza di personale che si acuisce con le sospensioni, tanto nel pubblico quanto nel privato: "Noi continuiamo a vigilare ma chiediamo con forza l’assunzione di infermieri dalla graduatoria vigente per i servizi sanitari – ribadiscono da Opi -. Altro punto importante da affrontare riguarda l’assunzione di infermieri e operatori socio sanitari nelle Rsa, strutture spesso in difficoltà per la carenza del personale essenziale a garantire livelli di assistenza necessari".
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